La Nuova Sardegna

Dispersi nel lago Mulargia durante la battuta di pesca, stop alle immersioni

di Gian Carlo Bulla
Il lago Mulargia. Nei riquadri Remo Frau, Iulian Nicusor Papirian e Gianfranco Sirigu
Il lago Mulargia. Nei riquadri Remo Frau, Iulian Nicusor Papirian e Gianfranco Sirigu

Le ricerche dei corpi dei tre uomini scomparsi nell’invaso proseguiranno solo in superfici

08 luglio 2017
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ORROLI I sommozzatori dei vigili del fuoco e dei carabinieri hanno sospeso le ricerche a tappeto dei corpi di Remo Frau, elettricista 50enne, del figliastro Iulian Nicusor Papirlan, studente 17ettenne, originario della Romania, e di Gianfranco Sirigu, disoccupato 41enne, scomparsi il 1 luglio mentre effettuavano una battuta di pesca nel lago Mulargia a bordo di una barchetta di vetroresina.

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I tre si sono avventurati imprudentemente nel lago nonostante le proibitive condizioni meteorologiche (soffiava un forte vento di maestrale) e per di più privi di giubbotto salvagente. I vigili del fuoco hanno nel frattempo smantellato la postazione mobile di comando e coordinamento che avevano allestito domenica mattina in una delle piazzole del lago del versante di Siurgus Donigala.

L’Enas, martedì mattina, per consentire ai sommozzatori di lavorare in sicurezza, ha abbassato le paratie della diga e ha bloccato l’impianto che distribuisce l’acqua ai potabilizzatori di 40 comuni del sud Sardegna, tra cui Cagliari. Non si escludeva che i tre corpi fossero stati risucchiati dalla corrente. Tutto è stato inutile.

«Ciò non significa che le ricerche, saranno abbandonate – precisa il capitano Paolo Bonetti, comandante della compagnia carabinieri di Isili –. Continueremo, sino a domenica, a fare, insieme ai vigili del fuoco, controlli in superficie e non escludiamo, se se ne ravvisasse la necessità, anche qualche nuova immersione».

Il punto della situazione è stato fatto giovedì mattina nella caserma dei carabinieri di Orroli, alla presenza dei familiari dei tre dispersi e dei sindaci di Siurgus Donigala Antonello Perra e di Orroli Antonio Orgiana. Il capitano Bonetti e l’ingegnere dei vigili del fuoco che hanno coordinato le ricerche hanno spiegato per filo e per segno il lavoro svolto dai sommozzatori e le difficoltà che hanno dovuto affrontare a causa delle particolari peculiarità del lago (visibilità quasi nulla, fondale fangoso e frastagliato tanto che è stato anche molto difficoltoso fare la mappatura) e ampiezza.

Per le ricerche sono state utilizzate anche apparecchiature sofisticatissime e un e sonar a rilevazione molecolare. Il lago finora ha restituito solo alcuni effetti personali degli scomparsi: tre zaini, un paio di ciabatte, un paio di scarpe, un cappellino, il serbatoio della barchetta, un contenitore all’interno del quale c’erano esche e ami, e due remi. Il capitano Bonetti e i sindaci Perra e Orgiana raccomandano a chiunque di evitare di avventurarsi nel lago a bordo di natanti di fortuna per cercare i corpi. «Chi volesse rendersi utile, al limite – sottolinea il sindaco di Orroli – può perlustrare a piedi, senza immergersi nell’acqua le rive del lago».

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