La Nuova Sardegna

Scuola, ritorno di fiamma: boom di aspiranti supplenti in Sardegna

di Silvia Sanna
Lezione in classe (archivio)
Lezione in classe (archivio)

Ingegneri, avvocati, impiegati: il lavoro scarseggia e si cerca un’alternativa

09 luglio 2017
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SASSARI. Ci sono ingegneri, architetti, ma anche impiegati, commessi, giornalisti. Quasi tutti con un contratto di lavoro, spesso a tempo determinato, preoccupati per il futuro. E poi ci sono i liberi professionisti, tormentati dalle tasse e dai rimpianti: se potessero riavvolgere il nastro della loro vita, punterebbero senza indugi verso il lavoro dipendente, quello che ti dà la certezza di un compenso a fine mese. Erano tantissimi e le loro storie si sono incrociate prima nelle sedi dei sindacati, poi nelle segreterie degli istituti scolastici. Ognuno con un plico in mano, contenente la domanda che può – se non cambiarla del tutto – almeno modificare l’esistenza: sperano di entrare nel mondo della scuola, forti della loro laurea (o del diploma magistrale conseguito prima del 2001). Ambiscono a ottenere una supplenza e ad acquisire punteggio per lavorare in maniera continuativa. Precari sì, ma con uno stipendio dignitoso. La fotografia della Uil scuola Sassari e Gallura è impressionante: le domande per entrare nella graduatorie sono state diverse centinaia, la sede del sindacato è stata presa d’assalto.

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Tutti a scuola. Sarà anche perché quella di giugno era l’ultima finestra utile perché dall’anno prossimo cambieranno le regole “d’ingaggio” e quindi non si è voluta sprecare l’ultima possibilità per entrare in graduatoria. Ma la sensazione è che, dietro il grande assalto, ci sia la crisi economica generale che provoca ansia crescente e paura per il futuro. Rispetto al 2014 le domande di ammissione in graduatoria sono aumentate del 25-30%: «Un vero e proprio boom – dice Alessandro Cherchi, segretario regionale Uil scuola – e in palio non ci sono posti di ruolo ma supplenze. La scuola è tornata “appetibile” in un mercato del lavoro in continua crisi, tanto che molte richieste arrivano da over 50 che hanno perso il posto e che sino a poco tempo fa non avrebbero mai pensato di stare dietro una cattedra. Ora invece decidono di sfruttare la laurea conseguita, spesso accompagnata da dottorati e specializzazioni, per rimettersi in gioco. Si tratta di ingegneri, farmacisti, architetti – giusto per citare alcune categorie professionali – che decidono di crearsi un canale lavorativo parallelo non essendo più stabile quello attuale. Perché – sottolinea Cherchi – anche qualche mese di supplenza può aiutare il bilancio familiare».

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Le classi di concorso. Il titolo di studio conseguito dà la possibilità di accedere a determinate classi di concorso per insegnare alla primaria, alla secondaria di primo grado e alle superiori. La Uil a titolo gratuito ha offerto supporto nella compilazione delle domande che poi sono state presentate nelle segreterie degli istituti scolastici. L’anno scorso molti dirigenti scolastici hanno attinto spesso dalla precedente graduatoria del 2014. In particolare per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno: in Sardegna ci sono pochissimi specializzati, per cui il vuoto è stato coperto da supplenti privi di alcuna abilitazione o competenza specifica. Persone che sino a quel momento avevano vissuto lontano dalla scuola e all’improvviso si sono viste affidare un ruolo molto delicato.

Ultima chiamata. Dall’anno prossimo il quadro cambierà. Lo prevede la legge sulla buona scuola. Per insegnare sarà necessario superare un concorso che sarà fatto su base regionale. I vincitori saranno ammessi al percorso Fit (formazione iniziale e tirocinio) della durata di 3 anni. Solo al termine potranno conquistare una cattedra.


 

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