La Nuova Sardegna

La rivolta dei sindaci della Sardegna contro la nuova rete ospedaliera

Luca Rojch
Una recente manifrstazione a Cagliari contro i tagli alla Sanità
Una recente manifrstazione a Cagliari contro i tagli alla Sanità

A Oristano i primi cittadini decidono di tracciare la road map della battaglia: «Ora giunta e consiglio si siedano con noi per discutere il futuro della sanità». L'assessore Arru: «Pronti a discutere, ma si deve intervenire»

11 luglio 2017
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SASSARI. Impossibile muoversi nella folla dei campanili. La giunta tenta lo slalom impossibile. La riforma della rete ospedaliera. L'obiettivo è umile come trasformare il rame in oro. Riuscire a ridurre i 29 ospedali di cui è punteggiata l'isola in pochi grossi centri, più o meno uno per capoluogo, e tanti presidi nel territorio è la madre di tutte le riforme. Perché nessun sindaco è pronto ad accettare la fine del proprio ospedale. Un po' per orgoglio di campanile, un po' perché l'ospedale è una piccola fabbrica di posti di lavoro e benessere. Un po' perché anche l'ospedale è uno di quei servizi essenziali che serve per evitare lo spopolamento. I sindaci degli ospedali si sono trovati a Oristano. A guidarli il presidente dell'Anci Emiliano Deiana e quello del Cal Andrea Soddu. Insieme hanno stabilito la road map.

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«La riforma della rete ospedaliera così come è va respinta - spiega Deiana -. La giunta si deve sedere con noi e discutere a oltranza fino a quando non si trova una linea comune».

L'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru non ha paura di spiegare in quale modo la rete ospedaliera della Sardegna è stata rivisitata. «In una chiave di efficienza e di miglioramento del servizio». Dice da subito. «La mia disponibilità al dialogo è massima e sono disposto a sedermi a discutere con i sindaci - afferma Arru -, ma la riforma della rete ospedaliera deve essere fatta». Arru dà subito un paio di numeri. «Se la Regione avesse applicato in modo rigido quanto prevede la legge avrebbe dovuto cancellare 15 ospedali su 29 - afferma -, non ne verrà toccato nessuno. Tutti saranno migliorati. Saranno inseriti all'interno di un concetto di rete. Dal punto di vista gestionale c'è un ospedale che comanda, gli altri avranno servizi che si dovranno integrare ospedale madre».

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