La Nuova Sardegna

Dalle gabbie per tonni spinta per il settore

di Simone Repetto
Dalle gabbie per tonni spinta per il settore

Tonnare sulcitane chiede una nuova concessione per allevare in Sardegna i pesci dirottati a Malta

13 luglio 2017
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CARLOFORTE. Si attende il calo del maestrale per compiere l'ultima corrida del mare, a Porto Paglia, che decreterà ufficialmente la chiusura stagionale nelle tonnare del Sulcis. Mancano circa due tonnellate per raggiungere la quota annuale di pesca, che il ministero delle politiche agricole ha riservato alle tre tonnare sarde (Isola Piana, Portoscuso e Porto Paglia), pari a quasi 280 tonnellate, poco più dell'otto per cento del totale ammissibile di cattura (Tac), fissato a 3.304 tonnellate per tutti i sistemi di pesca in Italia dalle autorità europee su indicazione Iccat (Commissione internazionale per la conservazione del tonno atlantico).

Ma il grosso dei tonni pinna blu presi quest'anno, come nell'ultimo lustro, è già partito, vivo e vegeto, alla volta di Malta. Sono le migliaia di esemplari intrappolati nelle tonnare di Isola Piana e Portoscuso a maggio e giugno, incappati nei tradizionali sistemi di reti a camere fisse ancorate sul fondo e successivamente trasferiti in due ampi gabbioni galleggianti. Costantemente nutriti e controllati dagli uomini dell'azienda spagnola Fuentes, i tonni all'interno delle gabbie vengono trainati da due rimorchiatori a lentissimo moto (meno di un nodo di velocità) verso la destinazione finale: le tuna farms maltesi, dove verranno di nuovo trasferiti in gabbie fisse e prelevati su richiesta dei mercati internazionali, in particolare quello giapponese. Un giro d'affari valutato intorno agli 80 milioni di euro all'anno.

Ed è su questo sistema imprenditoriale che si vuole puntare anche nel golfo di Gonnesa. Infatti, la società Tonnare Sulcitane, che detiene la concessione di pesca a Porto Paglia, ha chiesto alla Regione Sardegna una ulteriore concessione a mare, per poter posizionare alcune gabbie fisse, destinate all'allevamento dei tonni catturati nelle tonnare. L'idea è nata tempo fa, ma la società quest'anno ha dovuto riformulare la domanda, perché la precedente prevedeva un posizionamento delle gabbie che interferiva con le rotte commerciali verso Portovesme.

Se il progetto dovesse andare in porto, quella parte importante di valore aggiunto della pesca al pregiato predatore dei mari resterebbe nel territorio, con incrementi occupazionali diretti e nell'indotto. Come già avviene negli antichi stabilimenti della Punta a Carloforte, oltre che venduto fresco il tonno verrebbe anche inscatolato, sostenendo una filiera oggi decisamente di nicchia, considerando la produzione di scatolette in uscita dal moderno impianto della famiglia Greco, concessionaria della tonnara dell'Isola Piana. Dove, dopo ben cinque anni di stop, quest'anno si è rifatta una mattanza, che va ad aggiungersi alle tre di Porto Paglia, con taglia media dei pesci in aumento (un tonno ha superato i 4 quintali). Così come la quota di pesca delle tonnare nel 2018, che dovrebbe superare quota 300 tonnellate.

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