La Nuova Sardegna

Pastori pronti alla rivolta «Marceremo su Cagliari»

di Francesco G. Pinna
Pastori pronti alla rivolta «Marceremo su Cagliari»

L’Mps ha riunito a Tramatza oltre 500 allevatori. Bloccata la 131 per 15 minuti Sotto accusa la Regione e il governo: «Ignorate tutte le nostre richieste di aiuto»

13 luglio 2017
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TRAMATZA. Si sono accontentati di dividere, ancora una volta, la Sardegna in due occupando per una quindicina di minuti la 131 all'altezza di Tramatza. Ma era solo l'inizio della nuova offensiva del Movimento pastori sardi per «ottenere dalla Regione l'attenzione e le risorse necessarie a salvare la pastorizia e i pastori sardi dalla rovina».

A Tramatza, ha assicurato il leader del Movimento Felice Floris, c’è stata solo la prima battaglia di una guerra molto più aspra per la sopravvivenza di un settore chiave dell'economia sarda. I toni sono durissimi. «Se necessario, daremo l'assalto al Palazzo» ha assicurato Floris di fronte a oltre 500 pastori e allevatori arrivati un po’ da tutta la Sardegna, molti anche con moglie e figli al seguito, per preparare la nuova sfida a quella che è stata definita «una classe politica sorda e assente che non si occupa delle questioni primarie della Sardegna.

Nel mirino dei pastori anche un apparato burocratico, quello dell'assessorato all'Agricoltura «che costa 150 milioni all'anno solo di stipendi, ma non sa dare risposte alla crisi della pastorizia sarda».

A Tramatza, il Movimento dei pastori sardi ha anche presentato il conto alla Regione: «Subito l'uno per cento del Bilancio regionale, pari a una ottantina di milioni, per salvare le nostre aziende e le nostre greggi, che con il latte a 50 centesimi al litro non riusciamo a campare».

E poi c'è anche la questione della siccità. Lo stato di calamità naturale è già stato riconosciuto dalla Regione, ma la risposta dello Stato e del Governo nazionale ancora non è arrivata. «Ma noi non possiamo aspettare i loro tempi biblici» ha accusato ancora Floris mettendo sul banco degli imputati «i funzionari e dirigenti strapagati che non si prendono la responsabilità di autorizzare il riempimento degli invasi. Quello della diga di Busachi, da solo, potrebbe contenere un miliardo di metri cubi d'acqua che invece finisce a mare. Se questa crisi non viene tamponata, moriranno migliaia di aziende e si perderanno migliaia di posti di lavoro, noi vogliamo resistere ma è sempre più difficile» è il grido di dolore lanciato dal mondo degli ovili a Tramatza.

Assieme a loro, a Cagliari, entro luglio, perché non c'è tempo da perdere, a manifestare davanti ai palazzi del potere ci saranno anche tanti sindaci e amministratori comunali. Lo ha promesso, a Tramatza. il presidente dell'Anci Emiliano Deiana. «Se andrete a Cagliari – ha assicurato Deiana – ci sarò sicuramente anch'io, perché questa non è una battaglia di comparto ma una battaglia di tutta la Sardegna e se scompaiono i pastori dalle campagne assieme agli ovili chiuderanno anche tanti paesi».

Per la cronaca, la occupazione della 131, cominciata alle 13,30 sotto il controllo delle forze dell'ordine, si è svolta pacificamente ed è durata poco più di un quarto d'ora e non ha provocato gravi disagi per la circolazione, che è stata in parte dirottata sulle complanari.

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