La Nuova Sardegna

Gli sfollati in hotel e case private

di Giusy Ferreli
Gli sfollati in hotel e case private

I turisti in fuga dai residence: «Abbiamo avuto paura ma è andata bene»

14 luglio 2017
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SAN TEODORO. Dal campo sportivo del paese si vedono alte lingue di fuoco che continuano a camminare intorno ai villaggi turistici. Lì, nel campo, a mezzanotte si ritrovano circa 400 persone, tutti turisti che avevano scelto San Teodoro per le loro vacanze. Non c’è panico, mentre il vice sindaco Alberto Melinu si dà da fare per trovare a tutti una sistemazione adeguata per la notte. Un bambino dorme rannicchiato sulle gambe della mamma, accanto c’è il papà: raccontano che i carabinieri hanno bussato alla porta del loro residence, «ci hanno detto che per precauzione era meglio andare in un posto più sicuro». Niente panico però: «Non vediamo l’ora di riprendere la nostra vacanza». Accanto a loro ci sono due coppie svizzere: il volo di rientro era previsto per oggi, probabilmente lo perderanno «perché le valigie sono rimaste in albergo». Da Agrustos, frazione di Budoni, tanti turisti nel cuore della notte si radunano nel teatro comunale del paese, altri vengono accompagnati a Posada in alcuni residence e in case private dove trascorreranno la notte. Un turista di Torino confessa di avere avuto paura: «Pensavo che le bombole del gas potessero esplodere, per fortuna invece è andata bene. La ricorderemo come un’avventura». Alcuni bambini piangono, hanno fame e sonno. Ma il peggio, dopo ore da incubo, sembra essere passato.

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