La Nuova Sardegna

Crede di averla uccisa e si getta dal cavalcavia

di Luciano Onnis
Crede di averla uccisa e si getta dal cavalcavia

Riccardo Madau, 25 anni, si uccide dopo aver picchiato a sangue la fidanzata Manuela Picci, 26 anni, ora è in coma farmacologico e lotta per la vita

15 luglio 2017
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CAGLIARI. La convinzione di aver ucciso la fidanzata picchiandola selvaggiamente lo ha indotto al gesto estremo: fatti pochi metri dal punto in cui la ragazza era esanime a terra senza dare segni di vita, è salito sul sovrastante cavalcavia e si è gettato giù, morendo sul colpo dopo il volo di circa sette metri. Lei è in coma, lotta per sopravvivere nel reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’ospedale Brotzu. Protagonista della tragedia accaduta ieri mattina poco prima delle 4 nei parcheggi dello stadio Sant’Elia, a ridosso dell’omonimo quartiere popolare cittadino, una giovane coppia di fidanzati: Riccardo Madau, 25 anni, cagliaritano, e Manuela Picci, 26enne, di Assemini, entrambi camerieri. Lui in una bar del centro città, lei in una trattoria dell’antico quartiere Marina. Stavano assieme da quattro anni e vivevano in casa di lei, ad Assemini, con i genitori della ragazza. Una coppia giovane a cui piaceva divertirsi con amici dopo le rispettive giornate lavorative. C’era però una nota stonata – come ha raccontato qualcuno che li conosceva bene, a tragedia avvenuta – nella loro relazione: la gelosia e il loro continuo punzecchiarsi, spesso per banalità. Il loro rapporto, insomma, sembra non fosse del tutto sereno e forse un po' logorato, tanto da lasciar presagire una fine della relazione.

Gli agenti della squadra mobile della questura di Cagliari, coordinati dal dirigente Marco Basile, stanno cercando di far piena luce su quanto accaduto e capire cosa lo ha determinato. Hanno sentito amici e familiari per ricostruire un puzzle a cui comunque sembra mancare qualche pezzo per il completamento. Gli investigatori hanno ricostruito gli ultimi momenti in cui sono rimasti in compagnia degli amici, poi esistono solo ipotesi. Riccardo e Manuela sono usciti anche giovedì notte, dopo il lavoro, con un gruppetto di amici per concludere in allegria la giornata. Si sono spostati in alcuni locali della movida cagliaritana e anche in questa occasione non sarebbero mancati i punzecchiamenti reciproci. Poi la decisione di tornare a casa. Ma con una variazione che dovrebbe poi essere determinante per capire cosa è successo. La coppia, con la Lancia Y della madre della ragazza, non ha preso la strada per Assemini, dove i due convivevano, ma quella del quartiere Sant’Elia, dove abita la famiglia del ragazzo. È possibile che fra i due ci sia stata una nuova discussione, magari più accesa del solito, e che lei abbia deciso di non volerlo con se nella casa di Assemini e che lo stesse pertanto accompagnando dai suoi. Prima di immettersi in via Schiavazzi per accedere al quartiere di Sant’Elia, la coppia si è fermata nel parcheggio davanti al cantiere di costruzione del nuovo stadio del Cagliari. La lite è proseguita, forse Manuela è scesa dall’auto per sfuggire ai primi schiaffi del fidanzato, ma lui l’ha raggiunta e picchiata brutalmente. La ragazza si è accasciata priva di sensi, Riccardo Madau si è chinato su di lei e vedendola inanimata ha creduto di averla uccisa. Preso dal panico e dalla disperazione, ha percorso qualche decina di metri, è salito sul cavalcavia della strada di scorrimento veloce e si è buttato giù. Fra i primi ad accorrere uno dei vigilantes del cantiere del nuovo stadio che aveva sentito nel silenzio della notte le urla della ragazza, poi automobilisti in transito. Quando sono arrivate le ambulanze del 118 e le volanti della polizia, per Riccardo non c’era più niente da fare. La ragazza invece è stata portata in condizioni disperate all’ospedale Brotzu, dove è ricoverata nel reparto di terapia intensiva in come farmacologico.

La Procura ha aperto un'inchiesta. La titolare delle indagini è la pm Liliana Lecca. Gli inquirenti intendono appurare cosa è accaduto tra Riccardo e Manuela, capire la dinamica dell'aggressione che ha portato la ragazza a perdere conoscenza e ha poi spinto il giovane a togliersi la vita, molto probabilmente per paura di averla uccisa. Due le ipotesi: Madau potrebbe aver colpito con un pugno alla tempia la ragazza mentre si trovavano in strada, facendola svenire, oppure potrebbe averla aggredita all'interno dell'auto in cui si erano appartati e nella concitazione Manuela potrebbe aver sbattuto la testa sul montante della vettura. Nel caso le ipotesi venissero confermate, il fascicolo verrebbe chiuso per morte del reo.

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