La Nuova Sardegna

In balìa degli incendiari l’isola ferita conta i danni

In balìa degli incendiari l’isola ferita conta i danni

Oltre 2500 gli ettari devastati. Nel 2016 otto arresti per roghi dolosi

16 luglio 2017
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SASSARI. Ancora fiamme a San Teodoro e in Ogliastra, nel territorio di Lotzorai. Ma niente in confronto a quanto accaduto tra giovedì e venerdì, quando i roghi hanno devastato una parte della Gallura e del Monte Acuto, per poi spostarsi sino a sud, intorno a Cagliari. Gli ultimi focolai sono stati spenti velocemente, anche il maestrale ha concesso una tregua non ostacolando le operazioni di bonifica. Il primo bilancio è drammatico, in poco meno di tre giorni sono andati in fumo circa 2500 ettari, la maggior parte tra Alà dei Sardi, Padru e Buddusò. E a fare più male è la certezza che dietro la maggior parte dei roghi c’è il dolo: gli inneschi trovati ad Arzana – bidoni di benzina – non lasciano dubbi. E anche l’inferno di Alà secondo le verifiche compiute dagli uomini del Corpo forestale ha dei responsabili. Incendiari che non hanno esitato ad appiccare il fuoco in tre zone di rimboschimento, ora trasformate in un tappeto di cenere. I sindaci dei comuni colpiti hanno annunciato che si costituiranno parte civile contro gli incendiari, nella speranza che siano individuati presto.

L’isola sotto attacco. I dati d dicono che la maggior parte dei roghi è di natura dolosa. Addirittura, secondo l’ultimo report, degli 11.721 incendi scoppiati da 20 anni a questa parte, il 70 per cento è stato appiccato volontariamente dall’uomo. Ma individuare i responsabili non è semplice. Nel 2016, anno segnato da circa 1800 roghi, le attività investigative hanno portato a 258 denunce: in particolare, i reati denunciati hanno riguardato 172 incendi dolosi, 59 colposi e 27 di origine indefinita. Le persone denunciate sono state 71, di cui 13 per ipotesi dolose: tra queste, 8 sono state tratte in arresto in flagranza di reato. Tra gli 8, anche qualcuno accusato di avere appiccato incendi a distanza di giorni in località distanti l’una dall’altra. A Uras, nell’Oristanese, un pensionato di 68 anni era stato fermato menetre tentava di appiccare per la terza volta un incendio in una strada di campagna vicino a Guspini. In precedenza – era risultato dalle indagini – aveva innescato almeno altri otto roghi. Pesanti le condanne: il codice penale stabilisce che chiunque cagioni un incendio su boschi, selve o foreste ovvero su vivai forestali destinati al rimboschimento, propri o altrui, è punito con la reclusione da quattro a dieci anni.

Fine dell’emergenza. Si era riunito giovedì mattina, quando le fiamme avevano iniziato ad aggredire il Monte Acuto, tra Alà e Buddusò. Ieri il Comitato operativo regionale, che riunisce tutte le forze in campo, è stato sciolto. L’assessore all’Ambiente Donatella Spano L'esponente della Giunta ha fatto il punto sugli incendi con i componenti del Comitato, il direttore generale della Protezione civile, Graziano Nudda, il comandante del Corpo Forestale, Gavino Diana, il direttore generale dell'Agenzia Forestas, Antonio Casula, il direttore regionale di Vigili del Fuoco, Massimiliano Gaddini. La macchina dell’antincendio, tra forze a terra e aeree, ha affrontato bene l’emergenza. In campo, oltre a centinaia di uomini, c’erano 11 elicotteri, il super Puma e 4 aerei Canadair del servizio nazionale. (si. sa.)

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