La Nuova Sardegna

L’isola produrrà gli “scudi” del razzo spaziale Vega

L’isola produrrà gli “scudi” del razzo spaziale Vega

Intesa tra Agenzia aerospaziale e Regione: sede a Villaputzu e 35 posti di lavoro

18 luglio 2017
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VILLAPUTZU. Vega è il razzo con cui l’Europa sgomita per conquistare lo spazio. È un «lanciatore di satelliti», confermano gli esperti, in gran parte è anche un made in Italy per eccellenza nell’altissima tecnologia, aggiungono gli economisti. Di recente è stato benedetto dal primo ministro Paolo Gentiloni, «è il simbolo di un’Italia che riprende a correre», ha detto. E presto sulla «buccia» del razzo non ci sarà stampato solo il Tricolore ma anche i Quattro Mori del Sarrabus. Ecco perché: le piastre di super carbonio con cui è protetto lo scudo di Vega saranno sperimentate e costruite fra Muravera e Villaputzu. È un investimento intorno ai 28 milioni di euro, soldi privati e pubblici. Andrà a regime nel 2020, con anche un moltiplicatore stellare: ogni euro speso in un progetto aerospaziale genera tre o cinque volte tanto fra fatturato, utili e contabilità varia dentro e intorno a una fabbrica. Subito dopo l’estate sarà l’italiana Avio a tirar su il capannone che diventerà la casa madre della fibra di ultima generazione, il carbonio pre-impregnato.

Sempre da queste parti saranno testati anche i propulsori di Vega, alimentati con ossigeno liquido e metano. Nulla di pericoloso e inquinante, giurano i vertici della società che ha sede a Colleferro, non lontano da Roma, e laboratori sicurissimi in Campania e Puglia. Avio ha chiesto tutte le autorizzazioni che sono necessarie quando c’è di mezzo un’idea speciale come questa. Che sarà speciale soprattutto per una zona interna, il Sarrabus lo è, in cui «dobbiamo gettare le basi per contrastare con decisione lo spopolamento», ha detto Raffaele Paci, vicepresidente della Regione. Turismo e agricoltura da soli non bastano, il terzo pilastro dev’essere l’alta tecnologia. «Diventare uno degli snodi della ricerca – ha detto Alessandro Gabrielli dell’Agenzia aerospaziale nazionale – è un’occasione imperdibile». Confermata da Giacomo Cao, presidente di quel Distretto isolano cresciuto in fretta, un po’ dappertutto, e che «oggi – sono state le sue parole – rappresenta una «grande prospettiva economica».

Alla presentazione del progetto «Space propulsion test facility» c’erano i sindaci dell’Unione dei Comuni del Sarrabus, anche quelli che da anni convivono con un bel po’ di servitù militari ingombranti, come la non lontana – in linea d’aria – base di Perdasdefogu e del Salto di Quirra. Ma attenzione: Vega è «un progetto civile e pulito», voluto con forza dall’Agenzia aerospaziale europea per migliorare la qualità della vita di chi sta sulla Terra. Perché banalizzando è una sorta di taxi riutilizzabile per i satelliti meteo e le telecomunicazioni. «Nel Sarrabus – ha sottolineato Paolo Bellomi, responsabile del reparto ingegneria di Avio – vogliamo realizzare un polo industriale all’avanguardia destinato ad attrarre talenti e competenze fino a diventare il punto di partenza della filiera dello spazio che abbiamo in mente».

Quello che sarà Sptf, è l’acronimo di Space eccetera, lo si capirà col passare dei mesi, ma oltre ai 28 milioni d’investimento ci sono già altre certezze. Gran parte se non quasi tutti i 35 esperti da assumere saranno laureati dell’Università di Cagliari, «è questa un’altra grande vittoria», ha detto il presidente di Confindustria Sardegna Alberto Scanu. Poi oltre il capannone in sé sarà la cosiddetta economia parallela, o l’indotto, a far crescere il territorio. «In questo progetto – ha detto Paci – ci sono i pilastri di come la Regione vuole affrontare la crisi delle zone interne: attrarre investimenti e puntare sull’innovazione sempre in parallelo con la ripresa dell’economia tradizionale, perché è così che i piccoli paesi potranno avere un futuro». Che però dev’essere «un futuro reale», è stata la provocazione lanciata dalla docente indipendentista Bettina Pitzurra, perché va bene navigare fra le stelle, «ma c’è anche da ri-illuminare la vita di tutti i giorni». (ua)

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