La Nuova Sardegna

«Banco verso un piano lacrime e sangue»

di Antonello Palmas
«Banco verso un piano lacrime e sangue»

La First-Cisl lancia l’allarme: «Il gruppo Bper sta per tagliare 500 dipendenti e 100 agenzie nell’isola»

22 luglio 2017
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SASSARI. Quello che starebbe per accadere al Banco di Sardegna lo definiscono con un neologismo, “modenizzazione”, con chiaro riferimento al cuore emiliano del gruppo di cui fa parte l’istituto di credito sardo. Secondo la First-Cisl il gruppo Bper starebbe per preparare un nuovo piano industriale “lacrime e sangue”. E che potrebbe essere approntato prima del previsto, già in autunno, nonostante la scadenza del precedente il 31 dicembre. «Da rumors provenienti da Bper – spiega il segretario regionale Cisl, Ignazio Ganga –, risulta che il gruppo si presenterà alle trattative con i sindacati con pacchetto di inaccettabili proposte caratterizzato – per il territorio sardo – dalla fuoriuscita pilotata di oltre 500 dipendenti e la contemporanea chiusura di non meno 100 agenzie del Banco di Sardegna. Tutto questo senza, peraltro, avere un disegno di sviluppo né di crescita per la nostra isola». Ganga spiega che la ristrutturazione di quella che è stata per 50 anni la “banca dei sardi” (che ha già subito dei tagli con la riduzione del numero delle agenzie) ha portato al netto distacco politico-economico del Banco di Sardegna dallo sviluppo e dalla crescita dei settori produttivi dell’isola. E sottolinea come «la controparte in questa fase non è certo il management isolano, capitanato da Cuccurese, ma la capofila modenese: vorremmo che vedesse nel Banco uno strumento utile a rafforzare il gruppo stesso come avvenuto per anni, investendo in Sardegna sulle persone, sul cambiamento e sulla modernità».

Da cosa si deduce che Bper starebbe per compiere ulteriori tagli? «Da un coacervo di cifre riguardanti la situazione esistente prima e dopo il piano industriale 2015/17 – afferma il segretario regionale di First-Cisl, Sergio Mura –. Dall’acquisto da parte di Bper c’è stata la tendenza a un grosso ridimensionamento del BdS e nel piano industriale che va a conludersi a fine anno abiamo riscontrato novità: il taglio di circa 400 dipendenti e 100 agenzie. Da fonti interne abbiamo appreso che si prepara un nuovo pesante ridimensionamento per una banca cardine dello sviluppo sardo e che pure rischia di essere ridotta come presenza sul territorio alla stregua degli altri istituti. Noi abbiamo suggerito non solo tagli, ma investimenti. Invece il rischio è che si ricorra al fondo di sostegno: pagare per non lavorare (con una decurtazione al 70-80 per cento) il personale ritenuto in esubero individuato nella fascia di chi è a 5 anni dalla pensione». Sono decisioni – si badi bene – frutto di esigenze non legate alla crisi (usata come pretesto), ma a giochi puramente speculativi in un momento in cui le banche non hanno più bisogno di fare il loro mestiere, foraggiate come sono dal quantitative easing della Bce tranite il quale sta immettendo denaro nel sistema finanziario.



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