La Nuova Sardegna

Piras: no biomasse, Eni investa sul metano

di Vincenzo Garofalo
Piras: no biomasse, Eni investa sul metano

Annuncio “choc” dell’assessore: «La centrale da 230 milioni non è essenziale come lo è invece la dorsale del gas»

22 luglio 2017
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SASSARI. L’addio definitivo all'investimento Eni da 230 milioni di euro per realizzare una centrale termoelettrica alimentata a bio masse nello stabilimento Matrica di Porto Torres ha la firma della Regione e la voce dell’assessora all'Industria, Maria Grazia Piras: «La centrale a biomasse per me non è essenziale. Abbiamo chiesto all’Eni di indirizzare quei milioni nel progetto di metanizzazione della Sardegna, o direttamente o tramite la Snam», ha dichiarato l’esponente della Giunta regionale intervenendo all'incontro-dibattito “Industrialmente-Superare la crisi”, organizzato a Sassari dalla Cgil.

«La Regione ha lavorato molto al progetto, c’è la dorsale del gas, si sta lavorando sui bacini e sui depositi costieri, manca l’adduttore principale e in questo senso Eni può essere fondamentale», ha sottolineato la Piras. Parole che hanno fatto calare una cortina di gelo nella sala convegni di Promocamera, dove il sindacato rosso era presente in gran spolvero per discutere del rilancio del progetto di chimica verde su Porto Torres, e per chiedere con forza a Eni di rispettare gli accordi contenuti nel Protocollo d’intesa siglato nel 2011 e ancora in gran parte disatteso.

In rappresentanza della segreteria nazionale Cgil c’era Vincenzo Colla, quindi il segretario regionale sardo Michele Carrus, la segretaria generale di Sassari, Francesca Nurra, che coordinava i lavori, e come relatore qualificato Massimiliano Muretti, anche lui della segreteria CdLT sassarese. Inoltre i maggiori esponenti delle associazioni di categoria e i politici locali. Tutti presenti per analizzare a fondo il superprogetto della chimica verde a Porto Torres, presentato come il fanta-piano per fare dell’ex Petrolchimico il faro mondiale delle produzioni biochimiche, e rimasto invece una preoccupante opera incompiuta.

Un progetto monco, contro il quale, fino all'intervento di Piras, si erano scagliati un po’ tutti, pretendendo da Eni, un aggiornamento del protocollo d’intesa non rispettato e chiarezza sui reali programmi di investimento a Porto Torres. Le prime stoccate sono arrivate proprio dalla relazione di Massimiliano Muretti, che ricordando gli impegni non mantenuti da Eni ma anche la disattenzione del territorio, ha puntato sul tema energetico: «Il progetto della centrale a biomasse, previsto dal protocollo d’intesa del 2011, è stato abbandonato; avrebbe immesso in rete 50 mw e avrebbe dato risposte sia sul piano dei costi dell’energia elettrica, sia su quello dell’energia termica. Nel tempo è stata sostituita da una piccola caldaia a biomasse per la produzione di vapore: Gpl o metano», ha affondato Muretti.

«Cosa ne faremo delle biomasse? Si produrranno? Chi le utilizzerà? Sono interrogativi che devono avere risposte». E sulla chimica verde Muretti ha espresso idee chiare: «Deve essere realizzata una filiera integrata, Matrica deve diventare una realtà industriale».

Duro anche l’intervento del senatore Pd, Silvio Lai: «L’accordo del 2011 è fallito. Eni deve avviare la fase 3 del programma e fare in modo che si concretizzi a Porto Torres una filiera con sei o sette produzioni già individuate; e deve realizzare le bonifiche. Altrimenti la sua presenza in Sardegna non è un’opportunità ma solo un ostacolo». E quello di Franco Borghetto, rappresentante per il nord Sardegna nell'Area di crisi complessa: «Delle bonifiche si discute da vent'anni, ma finora Syndial ha badato solo ai propri interessi pensando a spendere meno possibile».

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