La Nuova Sardegna

Chimica verde, si riparte Il metano la nuova sfida

di Silvia Sanna
Chimica verde, si riparte Il metano la nuova sfida

La Regione: no alla centrale a biomasse ma Eni investirà sino all’ultimo euro

23 luglio 2017
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SASSARI. Ci sono due certezze, in una storia segnata da annunci, contro annunci e ritardi. La prima: la Regione continua a fare pressing incessante sull’Eni perché mantenga gli impegni presi sulla chimica verde a Porto Torres. La seconda: gli impianti di Matrìca potranno marciare anche senza la centrale a biomasse, quella che Eni non vuole più realizzare. È facile capire perché: in un futuro vicino nell’isola arriverà il metano e a beneficiarne – insieme a tutte le altre imprese dell’isola – potranno essere anche quelle che sono nate e nasceranno sulle macerie dell’ex Petrolchimico. L’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras ha le idee chiare: «Eni non vuole più fare la centrale a biomasse? Allora dirotti i 230 milioni di investimento previsti sulla rete di metanizzazione dell’isola. Perché il gas può fare camminare anche la chimica verde di Matrìca». Quella sulla quale Eni ha deciso di puntare: l’ad Claudio Descalzi ha ribadito la volontà anche di recente al governatore Francesco Pigliaru e all’assessore Piras: «Si va verso la fase 3 di Matrica – dice la responsabile dell’Industria – e siamo pronti per trasformare il protocollo per la chimica verde del 2011, in parte non ancora attuato, nell'accordo di programma che Eni e Regione sottoporranno all'attenzione del Governo».

Biomasse addio. Due giorni fa, in un incontro pubblico a Sassari, l’assessore all’Industria ha detto che la centrale a biomasse prevista a Porto Torres non è essenziale. «Il progetto era stato concepito nel 2011 – spiega – all’epoca delle grandi centrali. Da allora molto è cambiato. L’isola a breve avrà il metano: la presenza del gas consente di affermare che la grande centrale a biomasse può essere sostituita da una più piccola a cogenerazione, da alimentare proprio con il metano». L’assessore Piras va avanti: «È stato Eni a dire che non voleva più realizzare la centrale a biomasse e ha presentato il progetto per la costruzione di una centrale di dimensioni inferiori. Di recente, Eni ha rinunciato all’autorizzazione dell’Aia, il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto. Ma considerato che la realizzazione della centrale a biomasse prevede un investimento di 230 milioni di euro, io dico che quei soldi devono essere comunque spesi dirottandoli su qualcosa di diverso ma strettamente collegato: per questo Eni è stato invitato a dirottarli sul progetto di metanizzazione dell’isola. Perché, sia chiaro, gli investimenti annunciati devono essere confermati sino all’ultimo centesimo».

Via alla fase 3. Il ritardo accumulato è notevole: secondo il cronoprogramma datato 2011, entro l’anno scorso il polo verde di Porto Torres sarebbe dovuto essere a regime con la realizzazione dei sette impianti e quasi 800 operai al lavoro per produrre elastomeri e plastiche bio. Per ora gli impianti sono 3 e gli operai circa un centinaio. La preoccupazione nel territorio è altissima: la morte del Petrolchimico e delle industrie chimiche di base ha lasciato un lungo elenco di disoccupati e cassintegrati. Da qualche mese la situazione si era fatta ancora più cupa quando Eni aveva manifestato l’intenzione di cedere Versalis e subito dopo di non realizzare la centrale a biomasse da 230 milioni di euro: un impianto considerato fondamentale per l’esistenza stessa della chimica verde. Ora la situazione è mutata. Eni conferma la volontà di rinunciare alla centrale ma rilancia sulla chimica verde, in Sardegna come nel resto d’Italia. Il governatore Pigliaru ci ha sempre creduto: «Per mesi abbiamo ripetuto in ogni sede possibile, tecnica e politica, che non avremmo mai accettato la sciagurata idea di abbandonare il fondamentale – per Porto Torres, per la Sardegna, per l'Italia – progetto industriale della chimica verde Una presa di posizione che, come ha ricordato l'assessore Piras, ha contribuito a ottenere il risultato auspicato da tutti: oggi nessuno mette più in dubbio l'importanza della chimica verde, e su Matrìca si va avanti e si rilancia».

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