La Nuova Sardegna

delitti di nule e orune 

Il 12 ottobre appello per Pinna

di Gianni Bazzoni
Il 12 ottobre appello per Pinna

L’avvocato Marras rimette il mandato: «Scelta professionale»

23 luglio 2017
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SASSARI. È stato fissato per il 12 ottobre il processo d’appello per Paolo Pinna che in primo grado è stato condannato dai giudici del tribunale dei Minori di Sassari a 20 anni di reclusione per il duplice omicidio di Gianluca Monni e di Stefano Masala. Il processo di secondo grado si svolgerà davanti ai giudici della Corte d’assise d’appello, sempre a Sassari. Paolo Pinna, però, non sarà più difeso da Agostinangelo Marras, il penalista sassarese che aveva scritto insieme al collega Angelo Merlini anche le motivazioni per la richiesta d’appello. L’avvocato sassarese ieri si è limitato a confermare la notizia: «È vero – ha detto – ho rimesso il mandato e non difenderò Paolo Pinna nel processo d’appello. Il motivo? Scelta professionale, non c’è altro da aggiungere».

Nessun’altra dichiarazione da parte di Agostinangelo Marras e pare che la famiglia di Pinna abbia deciso di affidare l’incarico a un avvocato del Foro di Cagliari. La conferma si avrà nelle prossime ore.

Intanto a Nuoro è in corso di svolgimento davanti alla corte d’assise il processo nei confronti di Alberto Cubeddu (la prossima udienza è in programma giovedì 27 luglio), cugino di Paolo Pinna e suo presunto complice negli omicidi di Gianluca Monni, ucciso a Orune mentre aspettava l’autobus, e di Stefano Masala, scomparso da Nule la notte prima e del quale non si sa più niente. Anche le ricerche recenti non hanno consentito di trovare il corpo del giovane.

Il padre di Paolo Pinna, Robertino, il 22 maggio a Nule era stato ferito con un colpo d’arma da fuoco (una fucilata), nell’ambito di un episodio sul quale sono in corso ancora accertamenti scientifici da parte degli investigatori con il coinvolgimento degli specialisti del Ris di Cagliari. L’allevatore, ferito a un braccio, aveva chiesto aiuto e dopo pochi minuti erano arrivati i soccorsi. Diverse persone erano state sottoposte all’esame dello stub e anche Robertino Pinna era stato sentito a lungo dagli investigatori che avevano sequestrato il fucile usato per l’agguato e che era stato abbandonato a pochi metri di distanza. E proprio su quell’arma e sui bossoli trovati sul luogo dell’agguato sono in corso ulteriori accertamenti.

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