La Nuova Sardegna

delitto in kenya 

Il giardiniere rimane in carcere L’accusa di Scassellati: «È stato lui»

di Claudio Zoccheddu
Il giardiniere rimane in carcere L’accusa di Scassellati: «È stato lui»

SASSARI. Luigi Scassellati è sicuro: «È stato Lewis, il giardiniere. È lui l’assassino di mia moglie». Dal letto del Mombasa Hospital l’imprenditore sassarese lancia accuse pesantissime riprese dai...

26 luglio 2017
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SASSARI. Luigi Scassellati è sicuro: «È stato Lewis, il giardiniere. È lui l’assassino di mia moglie». Dal letto del Mombasa Hospital l’imprenditore sassarese lancia accuse pesantissime riprese dai cronisti italiani del sito internet Africa ExPress: «Lewis era arrabbiato con me perché chiedeva continuamente anticipi e prestiti. In marzo, quando sono rientrato in Italia con Maria Laura, gli ho anticipato gli stipendi fino al nostro ritorno, che avevo previsto in luglio. Tutto quello che gli davo, però, spariva subito dalle sue tasche perché lo spendeva in donne e alcol». Luigi ha la risposta pronta anche quando gli si chiede perché abbiano ucciso Maria Laura: «Il giardiniere non poteva lasciarci vivi dopo che l’avevamo visto, ci dovevano fare fuori. Io avevo perso conoscenza e credo che abbiano pensato di aver ucciso anche me».

Le indiscrezioni. A tre giorni dal delitto iniziano a venire fuori alcune informazioni interessanti, anche se non verificate. A Kikambala, il sobborgo residenziale di Mombasa in cui viveva la coppia, qualcuno avrebbe notato strani movimenti attorno alla casa. Secondo il racconto di un vicino di casa, il giardiniere avrebbe aperto il cancello della villetta per fare entrare una boda-boda, la tipica motoretta-taxi che non è raro incrociare nella strade di Mombasa e che spesso trasporta parecchie persone. Gli assassini, dunque, sarebbero arrivati alla villetta a bordo di una moto e poi avrebbero fatto di tutto per evitare che i proprietari potesse riconoscere qualcuno del commendo, a costo di coprirsi la fuga con una scia di sangue.

I figli. Roberto e Stefano Scasellati sono arrivati nella tarda mattinata di ieri a Mombasa. i due hanno rifiutato di visitare la villetta, dove sono mai stati nonostante i tanti inviti dei gentori, preferendo alloggiare in un albergo vicino all’opspedale in cui è ricoverato il padre. E proprio il ricovero di Luigi Scassellati la dice lunga sulle difficoltà che si possono vivere in Africa, anche negli stati più occidentalizzati. Nonostante avesse il volto tumefatto, gli mancassero alcuni denti e le sue condizioni sembrassero destinate a peggiorare rapidamente, prima che l’imprenditore originario di Sassari fosse ricoverato è passato parecchio tempo. Il suo caso, infatti, è stato al centro di una bega tra i soccorritori e la direzione del Mombasa Hospital: il ricovero non è stato immediato perché i responsabili della struttura hanno preteso il deposito di una cauzione da 3mila euro. Per evitare che la situazione potesse degenerare, e che le condizioni di salute del 72enne sassarese precipitassero irrimediabilmente, le garanzie sono state offerte da uno dei soccorritori che è riuscito a vincere le resistenze della direzione e a far ricoverare Luigi Scassellati.

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