La Nuova Sardegna

La legge sul turismo passa con strascico di polemiche

La legge sul turismo passa con strascico di polemiche

Su un emendamento di Fi sull’incompatibilità fra hotel e accoglienza ai profughi la maggioranza va sotto per colpa di cinque franchi tiratori. Bagarre in aula

27 luglio 2017
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CAGLIARI. La legge sul turismo è stata approvata anche prima del previsto. Doveva essere una passeggiata, nell’aula del Consiglio, e invece c’è stato un momento in cui è finita in gazzarra. A tal punto che da un banco all’altro sono volate accuse d’ogni tipo: «Siete razzisti, siete nazisti», è solo una sintesi, ribattute da eloquenti «voi ideologi da strapazzo, siete degli invasati». Per capire meglio è necessario un passo indietro. Eccolo: a innescare la miccia è stato, intorno a mezzogiorno, un emendamento presentato da Antonello Peru di Forza Italia, che per farla breve metteva su carta questo principio: «Chi ottiene un finanziamento per migliorare la struttura ricettiva, nei 5 anni successivi non potrà aderire ai progetti di accoglienza destinati ai rifugiati politici». In parole ancora più crude: non potrà cambiare la destinazione d’uso dell’hotel. Dalla miccia all’esplosione c’è voluto un attimo, perché quando il clima era già teso sempre Forza Italia ha chiesto e ottenuto il voto segreto. Che è passato grazie al contributo di cinque franchi tiratori del centrosinistra, schieratisi in gran segreto col centrodestra. Per scriverla fino in fondo: la maggioranza su quell’emendamento scivoloso è andata sotto. Così quando il presidente Gianfranco Ganau ha confermato che la correzione era stata approvata, è scoppiato il finimondo. Luca Pizzuto di Mdp ha gridato: «Questa è una schifezza intollerabile». Altri del centrosinistra, rimasti scioccati dall’esito della votazione, hanno travolto i vincitori con un attacco diretto: «Voi razzisti avete scritto una delle pagine peggiori dell’Autonomia regionali». Con un gruppo che ha dato anche del nazista agli avversari. In una confusione pazzesca, l’opposizione ha replicato: «Non è il caso di scomodare la morale e l’etica – sono state le parole di Paolo Truzzu, Fdi-An – l’emendamento è diventato legge mi pare solo per una questione di buon senso, perché non possono essere ammessi passaggi in corsa dal turismo all’accoglienza». In effetti la correzione voleva sancire un principio e sarebbe bastato scrivere «chi riceve finanziamenti pubblici destinati al turismo non può poi svolgere nelle strutture nessun’altra attività» per evitare il quasi corpo a corpo. Invece l’averci messo in mezzo i profughi alla fine ha rovinato tutto. Ritornata la calma, Pietro Cocco del Pd ha trovato la soluzione: «Presenteremo subito un proposta di legge per abrogare l’emendamento» e l’ha fatto insieme a una trentina di consiglieri di maggioranza fra i quali però – e va scritto – si sono nascosti ancora i cinque franchi tiratori rimasti sempre nell’ombra. Dopo il via libera all’emendamento Peru, fra comunicati e post lo scambio di accuse è proseguito per ore fino alle parole sagge del governatore Pigliaru: «L’aula ha approvato una correzione frettolosa e impropria. Fin d’ora lavoriamo perché sia cancellata. D’altra parte però i soldi per il turismo devono andare a sostenere l’attività turistica e quando le strutture invece finiscono per fare altro, sorge un problema che va normato in modo adeguato, non certo con poche righe passate con un inaccettabile voto segreto». (ua)

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