La Nuova Sardegna

Lai: l’isola avrà la sua Zona speciale

Lai: l’isola avrà la sua Zona speciale

Il senatore Pd: «Istituita a Cagliari, sarà estesa a Porto Torres, Olbia e Oristano»

27 luglio 2017
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SASSARI. Anche la Sardegna potrebbe avere la sua Zona economica speciale. Sicuramente a Cagliari, ma si aprono opportunità anche per Porto Torres, Olbia e Oristano. A prevederlo la possibilità è il Decreto Sud, approvato ieri nell’aula di Palazzo Madama. «Il nuovo decreto Sud approvato al Senato regolamenta in maniera chiara l'istituzione delle Zone economiche speciali – spiega il senatore Pd Silvio Lai –. Perché la norma sia definitiva occorrerà attendere il voto finale della Camera ma la scelta di istituire una Zes in ogni Regione del Mezzogiorno è definitiva. È una buona notizia per la Sardegna perché sino a qualche settimana fa l'ipotesi era di limitare solo a tre porti del Sud - Napoli, Gioia Tauro e Taranto - questa possibilità. È prevalsa la strategia, per altro già presente nel testo del Governo, di una rete di zone economiche speciali istituite dalle Autorità portuali basandosi sui porti Ten-T, come Cagliari, estendendola al contempo anche agli altri porti appartenenti alla stessa Autorità. Questo significa che toccherà alla nuova Autorità insieme alla Regione scegliere sedi ed estensione delle Zes aprendo l'opportunità anche per Porto Torres, Olbia e Oristano».

Con il decreto vengono rese chiare le regole. Le zone economiche speciali regolamentate con questa normativa erano da tempo attese: si tratta di aree a burocrazia zero, con corridoi doganali semplificati e protocolli che rendono veloci le transazioni amministrative. «Luoghi dove la Visco Sud col suo credito d’imposta, è estesa sino al 2020 e ampliata sino ai 50 milioni per singolo investimento – dice ancora il senatore sassarese –. Si tratta di una misura selettiva destinata alle aziende che abbiano interesse a esportare o importare e che vedano in una semplificazione e accelerazione dei processi doganali un forte vantaggio competitivo. In questo modo uno dei punti deboli delle aziende nel Mezzogiorno, la fragilità del passaggio dal mercato locale a quello internazionale spesso dovuto all’ostacolo rappresentato dalla complessità delle procedure quando a doverle affrontare sono piccole imprese, viene superato». «È stato inoltre recepito nel testo finale un emendamento da me presentato come primo firmatario che porta da 5 a 7 anni il periodo di tempo minimo per cui le imprese dovranno mantenere la loro attività nelle Zone economiche speciali per non perdere i benefici concessi – aggiunge Lai –. Una modifica che serve a limitare l’azzardo morale di chi cerca finanziamenti, anche se la modalità di sostegno alle imprese non è quella dei contributi a fondo perduto ma il credito di imposta. In questo contesto il polo della chimica verde, già potenziato in questo decreto con il nuovo articolo che recepisce la direttiva europea, potrebbe aumentare fortemente la sua attrattività se le eventuali aziende di filiera potessero trovare mercati esteri e spazi di insediamento in una nuova Zse a Porto Torres».

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