La Nuova Sardegna

Intervista a Simona Ventura: «Una stagione di 365 giorni, è il sogno per la mia isola»

di Alessandro Pirina
Simona Ventura
Simona Ventura

La star televisiva racconta la sua Sardegna, dove trascorre l’estate dagli anni ’80: «Tanti stranieri vivrebbero qui d’inverno, giusto puntare su scuole internazionali»

28 luglio 2017
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PORTO CERVO. C’è stato un momento, qualche anno fa, in cui la Sardegna era come scomparsa dalle riviste di gossip e costume. Calciatori, attrici e star della tv avevano abbandonato i lidi della Costa Smeralda per le Baleari, Milano Marittima, il Salento. Tutti tranne una, che, infischiandosene di quella che era la moda del periodo, ha continuato a trascorrere le sue vacanze in Sardegna. Per Simona Ventura ogni momento libero è buono per una capatina a Porto Cervo. In estate, ma non solo. «La Sardegna occupa una parte importantissima della mia vita – racconta la conduttrice televisiva, quasi sei lustri in tv tra Tmc, Rai, Mediaset e Sky –. Ormai vengo da quasi trent’anni. La prima volta da giovane scapestrata. Qui ho conosciuto mio marito (Stefano Bettarini, ndr), qui i miei figli sono cresciuti. E qui sono scappata la prima volta con Gerò (Carraro, ndr), un amore che dura da 7 anni, appena abbiamo iniziato a frequentarci. Insomma, la Sardegna è una terra che ha cadenzato in maniera positiva tutte le tappe della mia vita. La metà del mio cuore è qui nell’isola».

Che ricordi ha della prima volta in Sardegna?

«Era il 1989. Ero partita in vacanza con un gruppo di amici romani: destinazione Porto Rotondo. È stato un colpo di fulmine e mi sono innamorata perdutamente di questa terra. Gli anni successivi ho incontrato nuovi amici di Milano, di Bologna, con cui poi ogni estate ci ritrovavamo nella spiaggia di Long beach (Liscia Ruja, ndr) a Porto Cervo. Amici che ho ancora adesso. Era la metà dei Novanta. La Sardegna ha temprato amicizie che durano da vent’anni».

Star di punta della scuderia di Lele Mora e grande amica di Flavio Briatore, lei è stata per anni il simbolo di una Costa Smeralda molto criticata: quella del Billionaire.

«Non ho mai capito il perché di tante critiche. Quello è stato un rinascimento di un certo tipo di turismo che deve esistere, perché porta introiti all’economia dell’isola. Attraverso il Billionaire e non solo, attraverso la sua internazionalità la Sardegna si è fatta conoscere nel mondo. Sono tantissimi gli imprenditori stranieri che vengono in Costa Smeralda e si rendono conto di avere davanti in posto unico al mondo. Pensiamo all’introito delle barche, ma anche alla semplice spesa in negozi e supermercati. Il Billionaire, seguito poi da altre realtà, è importante per il turismo. Mi piacerebbe si facesse sistema...».

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Ha una sua ricetta?

«La Sardegna ha un turismo variegato, è quella dei locali di lusso, ma anche quella delle spiagge libere. Chi mangia un panino in riva al mare non si deve sentire inferiore rispetto a chi ha uno yacht di 100 metri. Vivi e lascia vivere. Mi rendo conto quanto sia difficile mettere tutti d’accordo, ma questo è un periodo importantissimo, bisogna cominciare a mollare l’uno contro tutti e cercare di trovare un intento comune. Il turismo è l’ultima carta rimasta al nostro Paese per uscire dalla crisi».

Nella sua carriera non si è mai schierata politicamente, ma nel 2006 affiancò Briatore nella sua battaglia contro la tassa sul lusso di Soru. Lo rifarebbe?

«Senza alcun dubbio. Io ho sempre giudicato le persone al di là dei partiti, dei colori, le valuto in base all’amore per il territorio e per la gente. Allora presi posizione perché io in quel provvedimento vedevo l’intento di distruggere il turismo della Costa Smeralda. Se avessero voluto fare un qualcosa di veramente efficace avrebbero potuto istituire una piccola tassa di permanenza, tipo 10 euro a testa. Invece, vararono questa tassa sul lusso di cui non si capiva la ratio. In quel momento fu una mazzata. Ricordo che degli amici americani mi chiamarono da Saint Tropez per dirmi che non sarebbero venuti in Sardegna: avevano uno yacht da 90 metri e avrebbero dovuto pagare 45mila euro. Pazzesco. E, comunque, alla fine la tassa sul lusso che ha massacrato il turismo internazionale è stata dichiarata incostituzionale. Questa è la stagione della rivincita. Occasione imperdibile».

Qualche anno fa la crisi ha colpito la Sardegna. E anche i vip per le loro vacanze sono emigrati verso altri lidi. Tutti eccetto Simona Ventura...

«Io la Sardegna la amavo prima e ho continuato a venirci anche in quegli anni più difficili. Ora la crisi è quasi alle spalle, o perlomeno abbiamo segnali di riscossa. Ibiza e Formentera sono più adatte per un determinato tipo di turismo, più divertente, più ricco di eccessi. La Sardegna è più complessa, la sua bellezza è unica e il rispetto la deve fare da padrone. Ora, comunque, dopo anni di difficoltà sono felicissima che la Sardegna si sia ripresa. E anche molto bene. Sono stata una settimana in Costa Smeralda ed era tutto strapieno. Non c’è una casa libera, i ristoranti sono tanti, molti nuovi, e sono al top, in mare ho visto tantissimi mega yacht come non vedevo da anni. La Sardegna però deve saper sfruttare questo momento di rinascita...».

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Cosa propone?

«La Sardegna deve saper approfittare del momento positivo per costruire un turismo di tipo più duraturo. In Gallura è pieno di stranieri proprietari di ville che rimarrebbero anche d’inverno. Questo è un posto unico, c’è un clima unico, ma purtroppo mancano i servizi. Io sono convinta che se a Olbia ci fossero delle scuole internazionali sarebbero numerosi i russi, gli inglesi e altri stranieri che potrebbero decidere di vivere qui in inverno. Lo ripeto all’infinito: con le sue spiagge e calette la Sardegna è la terra più bella del mondo e se andasse in porto il progetto delle scuole internazionali potrebbe rimanere aperta tutto l’anno. Olbia sarebbe perfetta, perché è una città che non molla, neanche nei momenti difficili. Un po’ come me: crederci sempre arrendersi mai».

Quali sono i suoi luoghi del cuore ?

«Sicuramente Porto Cervo. Lì ho la casa da vent’anni, ho tutti gli amici. Io adoro andare in barca in giro per le calette. Quest’anno anche a giugno bisognava uscire presto perché non si trovava posto. Tutto molto bello turisticamente. E poi io adoro Poltu Quatu, una sorta di Montmartre sarda. Questa estate ancora di più, è esploso. La churrascaria, il Tanit, ristorante top del mio amico Antonio, ma anche un nuovo libanese fantastico, il Serai, il ristorante sushi, negozi, il porto: la famiglia Pulcini ha realizzato davvero un gioiello. Senza dimenticare i locali della Costa, che non hanno eguali».

Addirittura...

«Il Phi beach è considerato tra i primi 5 locali più belli né d’Italia né d’Europa, ma del mondo. E poi il Ritual, un’altra discoteca unica. Senza dimenticare il Billionaire, una certezza, o il Just Cavalli, che ha aperto dove c’era il Pepero».

Com’è il suo rapporto con i sardi?

«In tanti anni qui ho instaurato moltissimi legami. Dalle persone che curano la casa e la barca agli amici che ormai ho da vent’anni. I sardi sono molto profondi nelle loro amicizie. Quando sposano una causa non la abbandonano più. Tra i tanti per esempio ho un bellissimo rapporto con Jessica Mazzoli, la cantante di Olbia che ho avuto a X factor».

E con gli artisti sardi? Geppi Cucciari?

«Con Geppi ci siamo anche viste in Sardegna, avevamo un progetto per un lavoro insieme che poi non si è concretizzato. Mi piacerebbe molto fare qualcosa con lei».

Ed Elisabetta Canalis? «La conosco benissimo da tantissimi anni. Elisabetta rimane la velina più bella della storia di Striscia la notizia. È una ragazza simpatica, intelligente. E ora che è andata a vivere negli Stati Uniti è diventata anche molto altro».

Nel 1996 il Cagliari la scelse come madrina. Da ex giornalista sportiva segue sempre i rossoblù?

«Assolutamente sì. E trovo che il Cagliari faccia sempre la sua porca figura. Anche quest’anno si è salvato degnamente e ne sono stata felicissima. Il Cagliari deve rinascere, lo merita perché Cagliari è una città meravigliosa. Mi auguro che con il nuovo stadio di proprietà possa iniziare un nuovo corso. A cui potrà contribuire la presenza di Borriello. Un anno fa il Cagliari con lui ha fatto un grande colpo e oggi Marco è felicissimo di stare in Sardegna».

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