La Nuova Sardegna

Biancu Bonorvesu, rinasce il grano del Pane Zichi

di Emidio Muroni
Biancu Bonorvesu, rinasce il grano del Pane Zichi

Il progetto di recupero portato avanti dai contadini L’antica varietà è stata seminata in diversi appezzamenti 

30 luglio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





BONORVA. Un salto indietro nel tempo per recuperare uno dei prodotti tipici dell’agricoltura. Il processo è in atto da due anni: all’inizio del 2015 era stata presentata al Registro nazionale delle varietà agrarie la richiesta d’iscrizione della varietà di grano duro “Biancu Bonorvesu”. Alla domanda era allegata una scheda tecnica con la descrizione degli aspetti agronomici e le notizie storiche e culturali che dimostravano il legame tra la coltivazione e l'ambito locale, certificato dalle testimonianze degli anziani del paese. Il processo d’iscrizione al registro delle varietà agrarie era stato promosso dalla Camera di commercio del Nord Sardegna, dalla Lega nazionale delle cooperative del Nord Sardegna, nel comitato territoriale di Sassari, e dall’agronomo Angelo Morittu. Il decreto del 15 marzo del ministero dell’Agricoltura ne ha decretato, con l'articolo 1, l'iscrizione nei registri delle varietà dei prodotti sementieri da conservazione. La specie è il frumento duro mentre la denominazione è “Biancu Bonorvesu”. La responsabilità della “conservazione in purezza”, invece, è stata affidata ad Angelo Morittu, un esperto agronomo locale. E la possibilità di riseminare la varietà locale di grano duro colorerà di tinte dorate i campi che circondano Bonorva. Ma non solo, quello del trigu biancu bonorvesu è un nome che richiama alla memoria le emozioni bucoliche del passato, le sensazioni legate al duro lavoro nei campi passando dalla semina al raccolto fino a raggiungere la gioia, quando l'annata era favorevole, o l'angoscia, quando la natura si manifestava nella sua forma negativa. Ricco di emozioni è anche il ricordo delle massaie il cui compito, meraviglioso e complesso, era trasformare l'oro grezzo in oro puro, “Il pane Zichi”. Generazioni intere, fin dall’antichità, hanno coltivato e trasformato varietà diverse di grano, legandole e adattandole al proprio territorio con una tecnica magistrale che presupponeva una profonda conoscenza delle dinamiche ambientali, legate ai cicli biologici e ai rapporti esistenti tra le componenti fondamentali della vita. I contadini operavano una selezione, sceglievano e riproducevano le spighe che meglio rappresentavano "l'ecotipo" ricercato, con l'obiettivo di ottenere un prodotto che avesse le caratteristiche richieste che, nel caso del “trigu biancu”, era ottenere una farina idonea alla "fabbricazione" del pane che, come dicevano le massaie di Bonorva: “Bessiada bellu, biancu e profumadu”. Ovvero, era bello, bianco e profumato.

L’idea e la possibilità di riseminare è nata diversi anni fa quando, grazie a poche spighe conservate da alcuni contadini, si è proceduto alla semina di una piccola quantità di chicchi risultati fortunatamente germinabili. La semente ottenuta è stata riutilizzata e, in diversi anni, si è riusciti a raggiungere un quantitativo sufficiente per essere distribuito a diversi agricoltori che hanno proceduto alla semina e hanno potuto verificare che quello raccolto era veramente lo stesso trigu biancu che avevano coltivato i loro genitori e i loro nonni. Esperienze positive che sono servite da stimolo per la semina del grano in piccoli appezzamenti in cui è stato possibile studiarne il comportamento biologico, conservarne la vitalità germinativa contribuendo al mantenimento della diversità biologica che, come afferma il ministero dell’Agricoltura nel Piano nazionale sulla biodiversità d’ interesse agricolo, rappresenta “il presupposto indispensabile per la costituzione di una base genetica di riferimento di altissimo valore, essenziale per il progresso medico, biologico, agricolo e scientifico in genere ma anche per il progresso dei processi, percorsi e cicli che collegano gli organismi viventi alle popolazioni e ai paesaggi”.

Ora la comunità di Bonorva ha la possibilità di utilizzare il grano bianco come prodotto “nutraceutico” e di ricostruire la filiera che, partendo dal trigu biancu, con l'utilizzo del lievito madre autoctono (su Fremmentalzu) e della cottura in forno a legna, arriva alla preparazione di un prodotto tradizionale bonorvese: il pane Zichi.

In Primo Piano
Amministrative

L’annuncio di Massimo Zedda: «Anche Azione mi sosterrà con una lista». I 5 Stelle: «Subito un chiarimento»

di Umberto Aime

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

Le nostre iniziative