La Nuova Sardegna

Dirottati i fondi per il formaggio invenduto

Dirottati i fondi per il formaggio invenduto

Il Consiglio approva la legge: alle aziende ovine 15 milioni, 12 erano destinati ad acquistare giacenze

02 agosto 2017
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CAGLIARI. Da dodici a quindici milioni. Con un bonus in più annunciato tra l’altro qualche giorno fa, il Consiglio regionale ha dirottato sui pastori i contributi destinati invece, a suo tempo, per acquistare il Pecorino romano invenduto nel 2016. Sotto la pressione della piazza e delle associazioni degli agricoltori, c’è stato un cambio di destinazione in corsa dei soldi che lo stesso Consiglio aveva consegnato nelle mani della giunta per raddrizzare il mercato malandato del formaggio e del latte. C’è chi, in aula, si è anche giustificato: «Sono stati gli allevatori a sollecitare il pagamento del contributo direttamente alle aziende, soprattutto perché ormai eravamo in ritardo per acquistare le giacenze nei caseifici». Sta di fatto che da settembre in poi i 15 milioni saranno spalmati fra le oltre 11mila aziende che producono latte ovino. Il che – stando alle previsioni – vorrà dire un contributo straordinario massimo di 2mila euro per le aziende con almeno 500 pecore.

«Sappiamo bene che con quest’intervento – ha detto Luigi Lotto del Pd, presidente della commissione attività produttive – non risolveremo certo gli storici problemi della pastorizia, ma almeno gli allevatori avranno un po’ di liquidità in più». Che dovrebbe servire – come ha detto l’assessore all’agricoltura Pier Luigi Caria – a «pagare la fornitura di foraggio per due mesi e, con il dramma della siccità in atto, non è un aiuto di poco conto».

Però durante il dibattito c’è chi ha detto l’esatto contrario e ha votato contro la legge. Uno è stato Gaetano Ledda, La Base-Psd’Az, che ha attaccato la maggioranza di cui ha fatto parte fino a pochi mesi fa: «Siamo ritornati al peggior assistenzialismo e quei milioni non serviranno a nulla. Sarebbe stato ben diverso l’effetto sul mercato se, mesi fa, tutti i milioni fossero stati spesi invece per svuotare i magazzini. Perché, a quel punto, il prezzo del Pecorino romano sarebbe salito fino a 6,20 euro al chilo, oggi è intorno ai 5,5, e di conseguenza anche il listino del latte avrebbe avuto un’impennata: da 60 a 80 centesimi al litro». Per concludere: «Con quell’aumento, un’azienda medio grande avrebbe fatturato invece 10mila euro in più, mentre ora riceverà solo una manciata di euro dalla Regione». Giovanni Satta dell’Uds ha aggiunto dai banchi dell’opposizione: «Siamo all’elemosina e questi spiccioli purtroppo lo sono». Anche Fabrizio Anedda di Sinistra sarda, che della maggioranza fa parte, ha denunciato: «Continuiamo a trattare i pastori come poveracci invece i risolvere con decisione i problemi che stanno a monte di una crisi ormai infinita». Alla fine, con i voti di quasi tutto il centrosinistra e quelli contrari del centrodestra – «è l’ennesima prova che la giunta non ha una strategia neanche per la pastorizia», hanno detto Marco Tedde di Forza Italia e Gianluigi Rubiu dell’Udc – e di alcuni ribelli della maggioranza, la legge è stata approvata. Con il capogruppo del Pd, Pietro Cocco, però deciso nel dire poco prima: «Questo sarà l’ultimo intervento tampone, perché da settembre in poi dobbiamo cambiare registro e puntare a una pastorizia che sia davvero competitiva».

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