La Nuova Sardegna

Rete ospedaliera, primo sì I punti nascita sono salvi

Rete ospedaliera, primo sì I punti nascita sono salvi

La commissione dà l’ok per Tempio e Lanusei, reparto anche alla Maddalena

04 agosto 2017
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CAGLIARI. La rete ospedaliera è fatta. Se alla fine sarà quella ufficiale, è ancora presto per giurarlo, ma fra settembre e ottobre dovrebbe essere approvata dal Consiglio regionale. Arrivare sotto il traguardo dell’ultimo chilometro, è stata un’impresa per la maggioranza di centrosinistra. S’è scannata al suo interno come sempre accade quando c’è di mezzo la sanità, ma alla coalizione va riconosciuto il merito di aver tenuto la barra dritta e, con qualche cambio di rotta in corsa, superato gli ostacoli. Non è così per il centrodestra e neanche per il resto dell’opposizione alla sinistra di Pigliaru e Luigi Arru, l’assessore alla Sanità, per loro questa riorganizzazione è solo un disastro.

Conferme e novità. Rispetto a quanto trapelato in questi mesi, non ci sono clamorosi stravolgimenti. Il Brotzu, a Cagliari, e l’Azienda mista, a Sassari, saranno i due ospedali di riferimento regionale e sono quelli in cui ci saranno tutti i reparti, compresa l’eccellenza della cardiochirurgia. Subito dopo Nuoro, con il San Francesco, che sarà un gradino appena più sotto, ma – secondo la mappa quasi definitiva – sarà «lo snodo della sanità per la Sardegna centrale», con un reparto ancora più avanzato per la cura dell’ictus e uno nuovo di oncologia destinato soprattutto alla diagnosi precoce e agli interventi per i tumori al seno, con in appoggio l’indispensabile medicina nucleare. Cagliari, Sassari e se si vuole anche Nuoro saranno dunque i tre ospedali capofila in Sardegna.

Nord-Ovest. Detto dell’Azienda mista, che ha accorpato da mesi il Santissima Annunziata, l’altro nodo sarà il distretto di Alghero-Ozieri. L’Ospedale civile catalano non ha ottenuto la promozione al primo livello, cioè un’autonomia piena da Sassari, ma secondo le previsioni avrà gli stessi reparti che ha ora con in più l’oncologia, la lungodegenza e quello nuovo di terapia semi-intensiva. Di fatto dal giorno dell’approvazione della mappa, comincerà il monitoraggio che, stando alle previsioni, entro un anno dovrebbe portare e all’apertura dei reparti per le malattie tempo dipendenti, ictus e infarto, e quindi della rianimazione. L’ospedale Segni di Ozieri continuerà ad avere come punto di riferimento Alghero, dove invece il Marino sarà riconvertito in centro riabilitazione, mentre quelli di Ittiri e Thiesi faranno parte della rete territoriale.

Nord-Est. In attesa di capire il futuro del Mater Olbia, è un ospedale privato che comunque entrerà a far parte del sistema sanitario regionale, sarà il Giovanni Paolo II a essere a capo del distretto Gallura, con a fianco quello di Tempio, in cui sono stati confermati il punto nascita e i servizi d’emergenza. All’interno di questo reticolo è compreso il Merlo di La Maddalena: non avrà il punto nascita, ma un percorso nascita per il monitoraggio continuo della gravidanza con un reparto in cui sarà possibile partorire, mentre i casi più complicati verranno trasferiti a Olbia. Confermati, sempre a La Maddalena, il pronto soccorso e i reparti di medicina generale, 20 posti letto, e chirurgia in cui potranno essere effettuati interventi di routine programmati grazie alla presenza del reparto di anestesia.

Nuorese-Ogliastra. Se il San Francesco sarà l’ospedale principale, lo Zonchello diventerà centro di riabilitazione. Diverso il discorso per Sorgono, come ospedale di sede disagiata e di montagna, avrà il pronto soccorso garantito 24 ore su 24 ore, la medicina generale e il reparto di chirurgia, cioè le strutture in grado – secondo la mappa – di garantire le urgenze e anche gli interventi di routine. A Lanusei e quindi in Ogliastra lo snodo sarà l’ospedale Nostra Signora della Mercede, con i reparti confermati, compreso il punto nascita, e in più la rete rinforzata per ictus e malattie cardiovascolari, grazie all’emodinamica, e la traumatologia potenziata.

Oristano. Il distretto farà capo al San Martino, ospedale di primo livello, mentre a Bosa sono stati confermati pronto soccorso, medicina generale e chirurgia. Sono gli stessi reparti previsti in tutti gli ospedali di sede disagiata. Il Delogu di Ghilarza garantirà le emergenze territoriali.

Sulcis e Campidano. Nel primo territorio lo snodo sarà il Sirai di Carbonia, con satellite il Cto di Iglesias, e insieme saranno potenziati con l’apertura di alcuni reparti, per garantire il massimo dell’assistenza. Nel Medio Campidano sarà il Nostra Signora di Bonaria, a San Gavino, l’ospedale capofila e sarà dato il via libera per costruire quello nuovo.

Cagliari. Il Brotzu sarà un ospedale regionale e continuerà a gestire il Microcitemico e il Businco, che a loro volta saranno in Sardegna i centri di riferimento per le patologie pediatriche e quelle oncologiche. L’Azienda mista di Monserrato, con l’apertura del pronto soccorso, sarà l’altro polo del Cagliaritano, mentre il Binaghi, continuerà a essere il centro regionale per la sclerosi multipla. Infine: il Santissima Trinità sarà l’ospedale cittadino, il Marino trasformato in centro per la riabilitazione, mentre a Muravera e a Isili continueranno a esserci pronto soccorso e chirurgia. (ua)

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