La Nuova Sardegna

Allarme cocaina nera È arrivata anche nell’isola

di Tiziana Simula
Allarme cocaina nera È arrivata anche nell’isola

Olbia. Sequestrati due chili di sostanza stupefacente a un cuoco di 27 anni

09 agosto 2017
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OLBIA. Scura, irriconoscibile al fiuto dei cani e persino ai tradizionali narcotest. La cosiddetta “cocaina nera” – ottenuta mescolando particelle magnetiche nere di ferro e potassio tiocianato, procedimento che permette alla sostanza di cambiare colore e odore – è sbarcata al porto di Olbia insieme al suo corriere che l’aveva infilata dentro lo zainetto Nike che aveva in spalla quando è sceso dalla nave proveniente da Livorno: due chili di droga in tutto, di un insolito colore marrone, divisa in quattro pacchi accuratamente sigillati.

In cella è finito un cuoco di Monti, Stefano Pinna, 27 anni, già noto alle forze dell’ordine per fatti accaduti in passato (nel 2013 era stato condannato per un tentato omicidio, sulla vicenda pende un ricorso in Cassazione). Un sequestro di droga particolare per i carabinieri di Olbia: è il primo in Sardegna di cocaina nera e uno dei pochi in Italia (l’ultimo risale a luglio, all’aeroporto di Malpensa, eseguito dalla guardia di finanza). Il giovane cuoco si trova ora rinchiuso nella casa circondariale di Bancali con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Assistito dagli avvocati Antonello Desini del Foro di Tempio e Gianni Falchi del Foro di Nuoro, comparirà questa mattina davanti al gip del tribunale di Tempio per l’udienza di convalida.

Il sequestro è scattato l’altro ieri mattina nel corso dei controlli eseguiti dai carabinieri del reparto territoriale di Olbia, al porto dell’Isola Bianca. Durante gli sbarchi dalla nave proveniente da Livorno, i militari del nucleo operativo radiomobile hanno notato un giovane che scendeva dalla nave a piedi, senza bagagli, con in spalla solo uno zainetto.

I militari lo hanno fermato, lui era nervoso. È scattata la perquisizione. All’interno dello zainetto, i carabinieri hanno trovato quattro pacchi, ben sigillati, contenenti una sostanza scura. Così, il cuoco montino è stato portato in caserma dove è stato eseguito il narcotest su quella strana polvere scura. Ma il risultato, tra la sorpresa dei militari, è stato negativo: non si trattava di stupefacente. O meglio, non veniva riconosciuto come tale.

Per scovare la cocaina di nuova generazione che sfugge ai vecchi narcotest è stato necessario ricorrere a una strumentazione più moderna. Solo successivamente, infatti, grazie alla collaborazione della Guardia di finanza di Olbia che ha messo a disposizione i nuovissimi narcotest, è stato effettuato un nuovo esame ed è emerso il principio attivo: cocaina.

La polvere bianca trattata e miscelata da mani esperte con particelle magnetiche nere di ferro e potassio tiocianato, si trasforma cambiando colore e odore, tanto da sfuggire al fiuto solitamente infallibile dei cani antidroga e ai narcotest di vecchia generazione. Un processo sicuramente eseguito da chi di chimica se ne intende. Anche perché, poi, per essere venduta e utilizzata la cocaina nera dev’essere riportata alla stato naturale.

Le indagini condotte dai carabinieri, al comando del tenente colonnello Alberto Cicognani, mirano a individuare la provenienza della sostanza stupefacente e a capire quanto e dove sia ramificato il traffico, ma anche dove e chi si occupi della sua trasformazione attraverso specifiche tecniche.

Di sicuro, anche nell’isola è sbarcata la cocaina nera.

Se fosse arrivata sul mercato, la droga sequestrata all’Isola Bianca avrebbe fruttato almeno 500mila euro.



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