La Nuova Sardegna

La Sardegna punta sul metano: in arrivo quattro nuovi depositi

di Giandomenico Mele
Il porto canale di Oristano
Il porto canale di Oristano

Dopo l’impianto di Santa Giusta richieste per Oristano, Porto Torres e Cagliari. Franchi, Assogasliquidi: «La Sardegna sarà un importante hub del Mediterraneo»

10 agosto 2017
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OLBIA. Il futuro del metano in Sardegna sarà liquido, piccolo e versatile. Dopo l’hub di Santa Giusta, ci sono altri quattro progetti in rampa di lancio. Tutti puntano sui cosiddetti “Small scale Lng”, piccoli depositi secondari per lo stoccaggio e la fornitura al consumatore finale. Da questi depositi il metano liquido viene trasferito in giro per la Sardegna via camion, in attesa dei lavori per la dorsale sarda del gas, una vera e propria rete lunga 404 chilometri su quasi tutto il territorio regionale.

Gli impianti. «Sono già cinque le procedure di autorizzazione per impianti in Sardegna pervenute al ministero per lo Sviluppo economico: oltre il deposito nella zona di Oristano già autorizzato, sappiamo di richieste per altri due impianti nell’oristanese, uno a Cagliari e uno a Porto Torres – spiega Francesco Franchi, numero uno di Assogasliquidi, l’associazione di Federchimica che rappresenta a livello nazionale le imprese del comparto distribuzione gas liquefatti (Gpl e Gnl) e nuovo presidente di Aegpl, l’associazione europea che riunisce le associazioni nazionali di Gpl, rappresentative delle imprese impegnate nella fornitura e distribuzione di Gpl –. La Sardegna rappresenterà un importante hub del gas nel Mediterraneo». Il progetto più grande è quello di Cagliari, dove la Isgas, insieme a Energit Multiutility, ha previsto un investimento di oltre 80 milioni di euro per la realizzazione di un terminal in un’area di 73 mila metri quadrati, con una banchina per lo scarico e il rifornimento di Gnl dalle navi metanifere, un deposito da 22 mila metri cubi, con 18 serbatoi criogenici, 9 stazioni di pompaggio e 40 vaporizzatori nei quali il gas arriva a una temperatura di 163 gradi sottozero e dopo la vaporizzazione verrà immesso nella rete allo stato gassoso. Un progetto per il quale sono in corso le procedure autorizzative al Mise e che l’azienda conta di chiudere nel giro di sei mesi. Altro progetto in fase autorizzativa è quello di Porto Torres, presentato dal Consorzio industriale provinciale di Sassari, che ha richiesto la concessione di un’area per la realizzazione di un deposito costiero da 10 mila metri cubi.

No Olbia. In questo fervore metanifero stona l’assenza di Olbia, con un tessuto industriale e imprenditoriale importante e soprattutto un porto commerciale e merci tra i più importanti del Mediterraneo. «Non credo esista un allarme per Olbia, in primo luogo perché una volta realizzata la dorsale per il trasporto del metano da Sgi e Snam, i mini depositi sorgeranno in base alle esigenze dei diversi territori – spiega Franchi –. Per quanto riguarda il rifornimento delle navi da crociera a Gnl, si tratta di bunkeraggi da 2mila metri cubi che consentono di navigare per due settimane. Se una nave dovesse rifornire a Barcellona, Marsiglia o Genova, Olbia non dovrebbe avere ricadute sul traffico crocieristico. Certamente un impianto del genere rappresenta una possibilità di sviluppo per lo scalo e aiuta gli armatori a scegliere i porti sardi come scalo rispetto ad altre destinazioni».

Nell’oristanese, poi, ci sono in campo tre progetti per la realizzazione di altrettanti depositi costieri di Gnl, per un totale di 28 mila metri cubi. La Ivi petrolifera ha depositato al Servizio di valutazione ambientale della Regione un progetto per un nuovo deposito, dopo quello già autorizzato della Higas da 9 mila metri cubi. C’è poi un terzo progetto presentato da Edison per un deposito da 10 mila metri cubi. «Se i progetti dovessero essere in linea con le richieste del Ministero, i lavori potrebbero durare alcuni mesi, comunque parliamo di tempi rapidi – spiega il presidente di Assogasliquidi –. Il piano regionale e gli accordi con il Governo prevedono che la dorsale del metanodotto raggiunga tutti i centri più importanti e capoluoghi di attuali o ex Province, da Sassari e Olbia fino a Cagliari. I tempi di realizzazione delle infrastrutture non dipendono da noi, ma abbiamo avvertito un forte interesse per la loro realizzazione».
 

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