La Nuova Sardegna

Emergenza in alta quota paura sul volo per Cagliari

di Stefano Ambu
 Emergenza in alta quota paura sul volo per Cagliari

Il Klm partito da Amsterdam atterra a Genova, a bordo una ventina di sardi

14 agosto 2017
3 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. Tutti sani e salvi a Elmas intorno alle 19.30. In viaggio dalle 9.15 da Amsterdam verso la Sardegna, ma nessuno, in questo caso, si è lamentato del ritardo. Il problema? Dieci minuti di paura che sono sembrati un'eternità. E che hanno convinto il pilota ad atterrare nel più vicino aeroporto, Genova anziché Cagliari. L'ora x, le 11. La mascherina dell'ossigeno – quella che la hostess mostra alla partenza ma che il passeggero rimuove subito dai suoi pensieri – che piomba all'improvviso davanti al naso. Pronta per essere indossata. Una sorpresa che, in anni di viaggi in aereo, può non capitare mai. E che invece fa tremare di paura i passeggeri del volo della Klm Amsterdam-Cagliari partiti oltre due ore prima dalla città dei canali e del museo di Van Gogh. Colazione a bordo con caffè, tè, succo di frutta e dolce al caramello offerto dalla compagnia. Poi quando dal finestrino si intravedevano Alpi e Mar ligure e si pregustava il ritorno a casa o la vacanza da iniziare, seicento secondi e passa di panico silenzioso. Unica eccezione una bambina che piangeva. Tutti con un punto interrogativo stampato nella testa: che cosa sta succedendo? Una domanda che nessuno vorrebbe farsi quando si è seduti su un aereo a circa 10mila metri dal suolo. Poi il messaggio che ha fatto capire che forse la situazione non era così grave: si va a Genova. Non è Cagliari, ma almeno è terra. Un atterraggio precauzionale- spiega la compagnia- e non di emergenza (si usa questo termine in caso di imminente pericolo). Ma per i circa cento passeggeri a bordo, una ventina quelli sardi, è stato un bello spavento. La Klm precisa i motivi che hanno portato alla scelta di Genova: problemi di pressurizzazione in cabina. I valori, insomma, non erano quelli standard. E anche se Cagliari in fondo era a quarantacinque minuti di distanza, si è preferito chiedere ospitalità all'aeroporto più vicino. Genova, appunto. «Ci siamo trovati – racconta Andrea Contini, ex arbitro di calcio e opinionista Tv- improvvisamente con la mascherina d'ossigeno davanti a noi. Nessuna scena di panico, ma eravamo molto preoccupati. Ognuno parlottava con il vicino di sedile, la tensione era molto forte. Abbiamo sentito puzza di bruciato. Ci ha rassicurato la presenza di un pilota della Klm, a bordo come passeggero: si avvicinava a tutti e raccontava che cosa presumibilmente stesse succedendo». Il pilota-turista conferma: «Non c'è stato panico, tutto era sotto controllo – ha spiegato – d'altra parte il personale Klm è abituato è allenato a gestire situazioni simili». Dopo l'atterraggio nel capoluogo ligure il velivolo è finito ai box, pronto per i controlli che, in questi casi, sono molto rigorosi. Passeggeri subito avvertiti e tranquillizzati: partenza alle 18.20. Con un altro aereo. Pochi caffè e molte sigarette. Poi di nuovo a bordo. Sino alla Sardegna. «Ci siamo spaventati molto- spiega Yannek Hazeloop appena arrivata per trascorrere una vacanza nell'isola- quando è scesa giù la maschera abbiamo avuto paura. Poi per fortuna tutto è andato bene».

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative