La Nuova Sardegna

La denuncia: «La sabbia delle spiagge della Sardegna in vendita sul web»

Cala Sinzias
Cala Sinzias

Interrogazione urgente dei Riformatori al ministro competente sul demanio marittimo: il frutto dei saccheggi sui siti di e-commerce

19 agosto 2017
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CAGLIARI - «Continua il vergognoso furto di sabbia dalle spiagge che offende e violenta l'intera Sardegna. Con l'aggravante che la sfrontatezza e il senso di impunità dai ladri è tale da consentirgli di vendere il bottino per pochi euro sui siti di e-commerce internazionale».

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Pierpaolo Vargiu e Roberto Frongia, rispettivamente deputato e presidente dei Riformatori, hanno presentato un'interrogazione urgente al ministero competente sul demanio marittimo, a cui è unito un esposto alla Procure della Repubblica sarde.

«Il bottino vigliacco di sabbia, che è il frutto del tradimento della ospitalità dei sardi - sottolineano Vargiu e Frongia - è messo in vendita nei siti di e-commerce per pochi euro: la sabbia del Poetto, di Cala Sinzias, di Sant'Elmo e di Alghero Maria Pia è stata venduta per 2,50 euro. Per 5,99 euro la sabbia dello Scoglio di Peppino, con 9,99 euro di un "compralo subito" si può ancora portare a casa la sabbia evidentemente più pregiata di Porto Pollo».

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«È una vergogna che deve finire - ribadiscono Vargiu e Frongia - Il turismo è un'attività economica di scambio tra culture, non può diventare la spoliazione fraudolenta delle risorse ambientali, che sono un bene indisponibile, da tutelare e trasmettere ai figli. È per questo che chiediamo l'intervento immediato del Ministero competente e sottoponiamo i fatti alle procure perché accertino, ed eventualmente perseguano, fatti illeciti».

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