La Nuova Sardegna

Boom della nautica in Sardegna, crescono i vacanzieri a 5 stelle

di Luca Rojch
Folla di barche nell'arcipelago maddalenino
Folla di barche nell'arcipelago maddalenino

In questi giorni solo intorno alla Gallura ci sono 7mila imbarcazionioltre i 24 metri che girano tra i porti turistici dell’isola. Il settore non ha mai conosciuto crisi e nel 2017 avrà un incremento ulteriore tra il 10 e il 15 per cento

22 agosto 2017
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SASSARI. Basta una foto per spiegare lo stato di salute della nautica in Sardegna. Lo scatto dell’assalto di yacht all’arcipelago della Maddalena vale più di qualsiasi manuale teorico sul marketing turistico. Per gli amanti dei numeri solo agosto registra una crescita di oltre il 10 per cento di arrivi. Un incremento non solo delle presenze, ma anche della lunghezza delle imbarcazioni. Con l’eccellenza della Marina di Porto Cervo in cui la crescita per questa estate sarà del 15 per cento, merito soprattutto dei gigayacht, imbarcazioni che superano i 90 metri. Snobbata dalla politica, lasciata da parte da quasi tutti i teorizzatori di modelli turistici, non conteggiata tra le presenze, la nautica è forse il segmento più ricco e in forte crescita del turismo in Sardegna. È una stagione da tutto esaurito nei porti turistici sardi con una sempre più massiccia presenza dei mega e dei giga yacht. La difficoltà in realtà ora è un’altra. Avere approdi capaci di accogliere navi sempre più grandi.

In cifre. L’importanza di questo segmento turistico è più semplice da spiegare con i numeri. Uno yacht da 50 metri non spende meno di 5mila euro al giorno solo in cibo, bevande e piccole necessità quotidiane. Ma questa è solo una piccola cifra di un movimento totale di denaro che viene generato. C’è anche chi ha calcolato nei dettagli quanto spende al giorno un maxi yacht per le necessità di base, più o meno 50mila euro. Uno yacht dai 30 ai 60 metri di lunghezza dà lavoro a 15 uomini di equipaggio, ma la sua manutenzione crea un indotto che tocca una media di 75 famiglie di lavoratori: elettricisti, tecnici, fornitori di bordo e negozi. Uno yacht compreso nella fascia fra i 60 e gli 80 metri, oltre a una media di 25 uomini di equipaggio, dà lavoro a circa 140 persone. I mega yacht da oltre 80 metri, non solo garantiscono occupazione permanente a 50 componenti dell'equipaggio, ma forniscono lavoro e reddito a oltre 250 famiglie.

Sfruttare il vento. Da questi numeri parte Carlo Marcetti, responsabile del corso di laurea in Economia e management del turismo. «Ci sono più o meno 7mila imbarcazioni sopra i 24 metri che si muovono solo intorno alle coste della Gallura – spiega –. Costituiscono un modello turistico che non deve essere visto con pregiudizio. Ma deve essere studiato per quello che può dare all’isola in termini di occupazione, valore aggiunto e crescita del Pil turistico. Un tipo di vacanziero che ha un basso impatto ambientale e un alto tasso di spesa. Faccio qualche esempio concreto. Uno yacht da 50 metri di un milionario russo che aveva ormeggiato al porto di Cagliari aveva speso in pochi giorni 10 mila euro di taxi, 9 mila di fiori, e altri 10 mila di spese per il cibo. Tutto denaro lasciato sul territorio, tutte spese certificate». La nautica è un settore in ascesa, quello che di fatto quasi non ha sentito il peso della grande crisi, almeno nel settore dei maxi yacht. Ma anche la fascia di imbarcazioni di dimensioni più contenute, si fa per dire, dai 24 metri in su, è stata la prima a riprendersi. «Questo settore non è considerato nella sua giusta dimensione – spiega Marcetti –. Ha un enorme valore aggiunto e può crescere molto. Deve essere accompagnato con le giuste politiche». La sfida è riuscire a ospitare una parte di questi yacht per tutto l’anno. La fragilità del sistema nell’isola è ancora l’incapacità di curare queste imbarcazioni non solo nei mesi estivi, ma in quelli invernali.

Il confronto. Un tipo di turismo ricco capace di dare grande valore aggiunto al pil turistico dell’isola, per ora fermo al 7%del totale. E nello stesso tempo con un basso impatto dal punto di vista ambientale e di pressione antropica. I dati di quanto spende di media un turista in Sardegna può dare un’indicazione dei margini di crescita dell’industria delle vacanze in Sardegna. Nell’isola di media un turista spende 104 euro al giorno. Una famiglia italiana lascia nell’isola per un soggiorno 861 euro. Ma la maggior parte del budget finisce in spese per il viaggio, il 20 per cento, e per l’alloggio, che incide per il 50 per cento. Seguono i servizi ristorativi, 18 per cento, e i trasporti, 11 per cento. In pratica sul territorio resta solo una parte di quanto spende un turista. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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