La Nuova Sardegna

Cozze sarde o allevate in Grecia? La polemica sul web

di Michela Cuccu
Cozze sarde o allevate in Grecia? La polemica sul web

Il caso nato sulla rete, la coop Nieddittas di Arborea replica: «False accuse, tutto in regola: dati riportati sulle etichette»

22 agosto 2017
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ARBOREA. «Quelle cozze non sono sarde: è scorretto etichettarle così». La polemica rimbalza sul web ormai da giorni e nel mirino c’è una delle aziende storiche dell’Oristanese, la cooperativa Niedditas, “accusata” di aver commercializzato cozze allevate in Grecia “spacciandole” per sarde. Almeno così è parso ai contestatori da tastiera, evidentemente poco esperti di cozze e di tracciabilità dei prodotti. Lo scandalo, infatti, non esiste. I motivi sono evidenti agli addetti ai lavori e ai consumatori più attenti che non si fermano allo slogan di sardità.

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L’allevamento. Innanzi tutto c’è un concetto di base da chiarire: le cozze allevate nel Mediterraneo appartengono alla stessa specie, ovvero la “mytilus galloprovincialis”. Geneticamente, quindi, non ci sono differenze tra un prodotto allevato in Grecia, in Spagna o in Sardegna. Diverso il discorso legato al gusto. La cozza è un mollusco dotato di branchie lamellari: in termini elementari, magia e respira contemporaneamente filtrando l’acqua marina da cui ottiene l’ossigeno e il plancton. Una simbiosi con la natura che incide sul gusto del prodotto legato al “sapore” del mare in cui viene allevato. La cozza spagnola ha quindi un gusto particolare, allo stesso modo quella greca e quella sarda. Ecco perché le cozze importate dalla ditta di Arborea – ma anche dagli altri produttori sardi _ trascorrono un periodo di “quarantena” immerse nel mare della Sardegna, precisamente 28 giorni a bagno nel Golfo di Oristano nel caso di Nieddittas.

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L’etichetta. Conoscere il ciclo produttivo delle cozze non è un obbligo. Proprio per questo motivo l’etichetta che accompagna i mitili prodotti da Niedditas dovrebbe togliere tutti i dubbi ai consumatori che, giustamente, quando si tratta di cozza vogliono vederci chiaro. Dietro lo slogan c’è di più, soprattutto quando si parla della porzione di prodotto allevato all’estero: c’è l’indicazione “allevate in Grecia” e c’è anche lo storico che racconta la permanenza nelle acque sarde “cozze immerse almeno 28 giorni nel golfo di Oristano” che, secondo la legge, è sufficiente a definire come sardo anche un prodotto che è nato in Grecia.

L’azienda. Il furore dei social network può diventare un incubo per tutti, anche per le aziende che hanno 50 anni di storia e che da qualche tempo hanno iniziato a far fortuna in tutta Italia. Ecco perché la replica dei vertici di Nieddittas è arrivata puntuale: «Al contrario di quanto affermato dai nostri accusatori, le cozze Nieddittas con la certificazione di prodotto per tutta la filiera provengono sempre dal mare della Sardegna, e precisamente dal Golfo di Oristano, nel quale nascono o sono reimmerse fino a farle diventare sarde per gusto e sapidità; sono allevate, controllate e commercializzate secondo parametri igienico-sanitari più stretti delle vigenti leggi; sono le uniche cozze sarde con la certificazione di prodotto per tutta la filiera; sono presentate al consumatore con etichette non solo conformi alla legge, ma persino più ricche di informazioni». Accortezze che non sono bastate a placare l’animo inquisitorio dei cacciatori di scandali che popolano il web e che, perlomeno in questo caso, sono riusciti a sollevare un polverone agitando le acque del golfo di Oristano.
 

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