La Nuova Sardegna

L’ex assessore Lai: avviai le demolizioni oggi è tutto fermo

di Luca Rojch
L’ex assessore Lai: avviai le demolizioni oggi è tutto fermo

«Nel 1994 in Regione facevo parte della giunta Palomba: ho fatto abbattere case irregolari. Ora è peggio di prima»

26 agosto 2017
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SASSARI. Fu l’ultimo ad abbattere il muro. Salvatore Lai è l’assessore regionale all’Urbanistica che più di 20 fa anni accese le ruspe e demolì gli abusi edilizi. L’ultima sfida al sistema del cemento facile. Oggi non nasconde la sua amarezza. «Dopo più di 20 anni tutto è cambiato in peggio – spiega –. Nel 1994 avevamo fatto la scelta di applicare la legge e dare il via alle demolizioni abusive. Restai un anno in carica, forse anche per questo. Poi si è scelta un’altra strada. Il risultato è stato un incremento degli abusi edilizi». Lai faceva parte della giunta di Federico Palomba. Un esperienza durata un anno, più o meno dal 1994 al 1995. In quei mesi diede vita a una campagna sistematica per affermare la legalità sul blocchetto selvaggio.

Gli anni del condono. «Erano gli anni del condono edilizio – ricorda Lai –. Con la giunta avevamo provato anche a ricorrere alla Corte costituzionale per bloccare la legge che dava il condono. Ma ci siamo resi conto che era una strada impraticabile. In ogni caso abbiamo deciso di ripristinare la legalità. Avevamo iniziato da Quartu che in quegli anni era una sorta di capitale degli abusi edilizi. Il sindaco Graziano Milia con coraggio aveva portato avanti questa battaglia. E noi avevamo deciso di portare su di noi la tensione. Un sindaco si può trovare solo e minacciato davanti a scelte non troppo popolari. Per noi Quartu era il primo passo. Volevamo andare avanti in tutta l’isola».

Alta tensione. Il via alle demolizioni aveva creato un clima rovente .«Non lo nego – continua –. L’imprenditore che faceva le demolizioni andava in giro con la pistola. Il responsabile del servizio di controllo e prevenzione della Regione trovò la sua auto piena di croci. Io stesso avevo subito diverse minacce e non facevo mai due volte la stessa strada per tornare a casa. Avevamo deciso anche di rivolgerci all’esercito, al Genio militare per farci dare una mano. Bastava scorrere la lista degli abusi per rendersi conto dell’impresa titanica. Quel passaggio era cruciale, si riprendeva l’iniziativa dopo l’esperienza di Cogodi negli anni 80». Luigi Cogodi nel 1987 era assessore all’Urbanistica e mandò le ruspe a Palumbalza, vicino a Porto Rotondo. Il sindaco di Olbia allora era Gian Piero Scanu. L’ordinanza di demolizione era per la villa abusiva dell’allora potentissimo ministro Antonio Gava. Tra il 1986 e l’87 ci fu una campagna intensa di demolizioni. Nei due periodi vennerro abbattuti 300mila metri cubi di edifici abusivi. Poi il silenzio ultraventennale. Oggi il record di 46.877 case abusive, con la Sardegna che occupa il poco invidiabile sesto posto tra le regioni italiane per numero di abusi. Sono 2.799 ogni 100mila abitanti. A guidare la classifica è la Calabria con 4.587 abusi ogni 100mila abitanti.

L’amarezza. Lai non nasconde la delusione. «Viene tantissima amarezza nel vedere le cose come sono oggi – afferma –. Oggi la Sardegna ha questo primato di territori compromessi. Dagli anni 90 l’abusivismo ha ripreso quota. Il condono è stato un incentivo all’illegalità. Si doveva affrontare il tema con più decisione e più coraggio. E oggi è indispensabile avere una differente mentalità. Ecco perché è importante avere una legge urbanistica che dica in modo preciso cosa si può fare. Personalmente credo anche che la nuova legge non debba concedere ulteriori incrementi volumetrici nella fascia dei 300 metri, né consentire deroghe in base ad accordi, anche se fatti con la Regione».

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