La Nuova Sardegna

Bombe a Capo Frasca, studenti all’attacco

Capo Frasca
Capo Frasca

Il collettivo Furia Rossa mostra i residuati bellici nel poligono: «Nessuna bonifica, i militari mentono» 

30 agosto 2017
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ORISTANO. Denunciano le mancate bonifiche all’interno dell’area militare del Poligono di Frasca e contestano, con corredo fotografico di residuati bellici, le affermazioni di Antonsergio Belfiori, delegato Cocer (consiglio centrale rappresentanza militare) e «prode difensore dell’occupazione militare della Sardegna». Sono gli studenti universitari del collettivo Furia Rossa, che così scrivono nel loro blog: «In questi giorni mentre ci prepariamo a vivere il secondo campeggio internazionale di "A Foras – Contra a s’ocupatzione militare de sa Sardigna" ci sono tornate in mente alcune parole di Belfiori. In una lettera all’onorevole Scanu scriveva: “Inoltre Capo Frasca non è inquinata e lo sanno tutti; non si fa uso di armamento reale e il materiale inerte ferroso lasciato al suolo viene puntualmente raccolto da una ditta privata aggiudicatrice di gara d’appalto. Sarebbe ora di finirla di accusare i militari di inquinamento o di farlo intendere usando un linguaggio aleatorio che potrebbe essere fuorviante”. A maggio di quest’ anno – continua Furia Rossa – in occasione dell’apertura del poligono di Capo Frasca per Monumenti Aperti lo stesso signor Belfiori dichiarava fieramente: “Domenica visiterò personalmente il sito aperto al pubblicoper sottolineare che militari e civili possono e devono coesistere trovando, laddove necessario, nuove forme di comunicazione e più celeri procedure che permettano un modo più snello e veloce per accedere a questi siti naturalistici di pregio rimasti intatti proprio grazie alla presenza militare e sottratti alla cementificazione selvaggia che ha negativamente caratterizzato il nostro paese”. Queste affermazioni contrastano con alcune fotografie che testimoniano la reale situazione di una parte del poligono di Capo Frasca in questi giorni e ci vien da pensare che sia una parte per la quale i militari non si sono prodigati a far da guide turistiche. Il consiglio che noi diamo ai militari, oltre a smettere di dire bugie, è sempre lo stesso: a foras!»

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