La Nuova Sardegna

Tagli al Banco di Sardegna: a rischio le filiali di 12 paesi

di Silvia Sanna
Tagli al Banco di Sardegna: a rischio le filiali di 12 paesi

Verso la chiusura gli sportelli di piccoli centri già oggetto di ridimensionamenti. Va avanti il piano industriale Bper, addio alle insegne anche a Pisa e Viareggio 

30 agosto 2017
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SASSARI. La cura dimagrante è iniziata nel 2011 ed è proseguita negli anni, messa nera su bianco dal piano industriale Bper 2015-2017. Il restyling, giudicato necessario per contenere i costi, arriva a una fase cruciale anche nell’isola, dove appare certa la chiusura di 12 filiali del Banco di Sardegna in altrettante piccole realtà. La scure dei tagli sta per accanirsi sugli sportelli bancari di Torralba, Olzai, Soleminis, Collinas, Gesturi, Furtei, Suelli, Barrali, Selegas, Genoni, Escolca e Triei. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di sportelli mono addetto, aperti cioè due o tre giorni su cinque, e distanti meno di dieci chilometri da filiali che invece resteranno aperte. Dalla direzione del Banco di Sardegna nessuna conferma ma neppure smentita sul ridimensionamento in atto. Alcuni sindaci dei centri interessati, invece, dicono di essere stati informati dall’istituto di credito della volontà di chiudere. E ovunque c’è preoccupazione. Nel frattempo la First Cisl lancia l’allarme: secondo il sindacato questo sarebbe solo l’assaggio di tagli molto più massicci previsti a breve.

Il piano Bper. Sono due i piani industriali della Bper che negli ultimi sei anni hanno provocato grandi trasformazioni nel mondo del credito isolano, dove la banca emiliana controlla Banco di Sardegna e Banca di Sassari. Dal 2001 la Bper è azionista di maggioranza del Banco di Sardegna con il 51 per cento del capitale azionario, mentre il restante 49 per cento appartiene alla Fondazione Sardegna. Dal 2011 alla fine del 2014 il polo sardo del gruppo Bper ha visto sparire nell’isola 34 insegne, di cui 12 del Banco di Sardegna. Massiccia anche la dieta degli organici: 235 i dipendenti del Banco a casa, molti per avere raggiunto l’età pensionale, gli altri spinti da incentivi economici. Per quanto riguarda gli sportelli, nell’isola sino al 2015 si è lavorato in particolare sui doppioni: in molte località dove convivevano Banco di Sardegna e Banca di Sassari, quasi sempre a chiudere sono stati gli sportelli di quest’ultimo istituto di credito. Preludio di quello che sarebbe accaduto nel 2016: a partire dal 13 maggio di un anno fa le filiali e agenzie della banca sono confluita nella rete del Banco di Sardegna. La Banca di Sassari da allora opera esclusivamente nella divisione consumi: emissione carte di credito e prestiti. Ma il progetto di razionalizzazione Bper non è finito: l’ultimo piano industriale prevede infatti la chiusura di 130 filiali in tutto il territorio nazionale. E nel gruppo ci sarebbero anche le 12 sarde che sinora si erano salvate. Oltre a queste, è prevista la chiusura di due delle venti filiali nella penisola, quelle di Pisa e di Viareggio.

L’allarme della Cisl. A denunciare tagli “lacrime e sangue” da parte del Banco di Sardegna è stata un mese fa la First-Cisl. Secondo il sindacato il gruppo Bper starebbe per preparare un nuovo piano industriale molto più aggressivo dei precedenti. E che potrebbe essere approntato prima del previsto, già in autunno, nonostante la scadenza del precedente il 31 dicembre. In cantiere ci sarebbe l’uscita pilotata di oltre 500 dipendenti e la contemporanea chiusura di non meno di 100 agenzie.

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