La Nuova Sardegna

Botta e risposta Erriu-Borletti Buitoni

Botta e risposta Erriu-Borletti Buitoni

Il sottosegretario: giusto impugnare la legge. L’assessore: felici per l’approccio non ideologico

05 settembre 2017
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CAGLIARI. Il duello tra Regione e governo prosegue a distanza. Il duello sull’urbanistica continua. Dopo l’affondo al curaro il sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni, che aveva accomunato le giunte Pigliaru e Cappellacci, ritorna sul tema della legge sulle manutenzioni impugnata dal consiglio dei Ministri. Questa volta lo fa con un approccio più tecnico che filosofico. Spiega perché era giuridicamente doveroso impugnare il provvedimento.

«La legge precedente lasciava la facoltà al Ministero di valutare se le condizioni (territoriali, paesaggistiche, ubicazionali, di dimensione) fossero tali da consentire di aderire agli accordi di co-pianificazione. Con la nuova legge regionale lo scenario è mutato radicalmente – spiega il viceministro –. Non sfuggirà all’attento interlocutore che l’iter per pervenire alla permuta e alienazione di terreni civici (art. 37), al trasferimento dei diritti di uso civico su altri terreni comunali (art. 38), o alla sdemanializzazione e trasferimento dei diritti di uso civico (art. 39) è integralmente predeterminato in quanto ad attivazione, termini, merito». La sottosegretaria sottolinea che il ministero deve avere potere decisionale sugli aspetti urbanistici. Interviene anche sulla vicenda fanghi rossi a Portoscuso e ricorda che come sottolineavano gli stessi dirigenti della Regione proprio il vincolo sugli usi civici ha evitato il via libera al raddoppio della discarica. La Borletti Buitoni ribadisce anche che è stato giusto impugnare la legge che ora sarà valutata dalla Corte Costituzionale. «Perché un’impugnativa non è mai la soluzione, ma è un grido d’allarme. Che deve essere raccolto da tutti per il bene della Sardegna e dell’identità italiana, a cui storicamente questa spettacolare isola grandemente contribuisce». L’assessore Erriu risponde. «Apprezziamo che la Sottosegretaria abbia accolto di buon grado la richiesta fatta dal presidente Pigliaru al presidente del Consiglio Gentiloni, correggendo l’approccio e tornando sull’argomento in maniera ben diversa». La legge sulle manutenzioni «introduce correttivi e specificazioni a norme già esistenti rese necessarie da incertezze o difficoltà applicative che tecnici, uffici, utenti hanno incontrato nella gestione delle attività urbanistico-edilizie e paesaggistiche, come dimostra il copioso contenzioso in materia. Qui sono in gioco interpretazioni diverse e noi riteniamo che quella data dallo Stato in questo momento sia incoerente anche con i precedenti atti del Mibact che governano tutta l’attività di redazione dei Piani paesaggistici oltre ai contenuti di diverse sentenze della Corte Costituzionale, che ha riconosciuto come gli usi civici non più corrispondenti ai valori paesaggistici non possono bloccarne l’impiego per nuove forme sopravvenute e più attuali di interesse collettivo. Rimaniamo convinti di aver operato alla ricerca di soluzioni virtuose. Lo Stato ha sempre evitato di pronunciarsi sulle delicate e critiche questioni degli usi civici, censurando le nostre norme. L’appello al confronto democratico è stato nostro fin da principio, così come lo è per la legge urbanistica che è ora all’attenzione del Consiglio, ma che sia discussione sui fatti e non sul pregiudizio».

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