La Nuova Sardegna

In Sardegna commercio in agonia, boom dei ristoranti e delle vendite via web

La crisi del commercio in Sardegna va avanti da 10 anni
La crisi del commercio in Sardegna va avanti da 10 anni

Solo nel 2016 hanno abbassato le serrande 1000 negozi. Il trend: meno vestiti, più pizzerie

08 settembre 2017
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SASSARI. Dieci anni di crisi si lasciano alle spalle strade deserte e serrande abbassate. Un cimitero di negozi, messi in ginocchio e costretti a mollare. In molti casi per non riaprire più. La portata del fenomeno è racchiusa in una percentuale: -17,7% di insegne sparite dal 2007 a oggi, con un saldo annuale costantemente negativo a parte i deboli sussulti dell’ultimo periodo.

Un numero che vale per la Sardegna il quarto posto a livello nazionale: il commercio è andato peggio solo in Valle d’Aosta, Sicilia e Piemonte. Ma per una serranda di abbigliamento e calzature che si abbassa ce n’è un’altra che invece si solleva e quasi sempre è quella di un ristorante, di un bar oppure è la porta di un albergo o b&b. Il comparto turistico-ricettivo ha vissuto la lunga crisi in maniera opposta, almeno a guardare i numeri: il dato finale è un lusinghiero +30% di attività aperte rispetto al 2007.

D'altro canto invece c'è da segnalare come i sardi  amino sempre più lo shopping on-line. Nei primi sei mesi dell'anno  Poiste italiane ha consegnato 730mila pacchi di merci acquistate sul web. Parallelamente aumentano anche le imprese sarde attive sul web. Le ditte isolane su internet con rivendite virtuali sono cresciuti del 13,2 per centro in 4 anni e in questo settore la Sardegna occupa il quarto posto nella classifica nazionale con il 17 per cento della fetta globale.

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