La Nuova Sardegna

La cavalla indomabile che trovò un Angelo e si scoprì vincente

di Mario Bonu
La cavalla indomabile che trovò un Angelo e si scoprì vincente

Bella ma ribelle, era considerata inadatta a ogni attività. Masia l’ha conquistata e domenica ha vinto a Chilivani 

08 settembre 2017
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SASSARI. Quando un cavallo “sbagliato” incontra l’uomo giusto, può succedere che si verifichi il miracolo, che si realizzi la magia per cui il cavallo ritrova se stesso, le proprie abilità, la propria voglia di rimettersi in gioco. Ma soprattutto, si scopre una volta di più, che non esiste un animale “sbagliato”, ma c’è un essere vivente con la sua storia, il suo carattere e – spesso – i suoi traumi, che va “interpretato”, di cui va conquistata la fiducia, e con cui va stabilita quell’empatia da cui discendono, il più delle volte, gli straordinari risultati dell’intesa uomo-animale.

È la storia di “Ventimiglia”, cavalla purosangue inglese di 3 anni, ingovernabile da chiunque, pericolosa per sé e per gli altri, data per persa per ogni attività, già condannata a una fine, o – nella migliore delle ipotesi – a un’esistenza di certo poco gloriosa. Quella stessa Ventimiglia che, vera protagonista di una favola moderna, è andata a vincere con due lunghezze di vantaggio sul secondo una delle gare dell’ultima seduta di galoppo di Chilivani. È successo che, nel frattempo, Ventimiglia ha incontrato Angelo Masia, davvero “l’uomo che sussurra ai cavalli”, che con infinita pazienza, sensibilità e straordinaria competenza, è riuscito a stabilire il contatto, a mettersi sulla lunghezza d’onda dell’animale, facendole ritrovare la fiducia in se stessa, la serenità, la voglia di vincere.

La storia inizia quando Gianfranco Mula e Costanzo Salaris, due allevatori di Sedilo, si rendono conto che il lavoro fino ad allora fatto sulla cavalla anziché ottenere i risultati sperati, aveva compromesso in maniera apparentemente irrimediabile la possibilità di utilizzo dell’animale. «La cavalla aveva sviluppato delle difese insuperabili – conferma Gianfranco Mula – per cui si rifiutava, si rovesciava, si buttava a terra, mettendo a repentaglio la propria vita e quella delle persone che le stavano vicino. Ci eravamo già rassegnati all’idea di averla persa, quando in un estremo tentativo provammo a contattare Angelo Masia». Sulle prime, il “domatore dolce” di Bonnanaro rifiuta, conosce la storia della cavalla e reputa di non poter mettere in gioco la propria vita in un tentativo di recupero che sembra impossibile.

Poi, il gusto per la sfida prende il sopravvento e Angelo si fa portare la cavalla in maneggio. «L’ho ripresa da zero – testimonia il domatore/addestratore di Bonnanaro – come se fosse una puledra appena arrivata». Sulle prime, brevi sedute di lavoro da terra, con una cappezzina americana, evitando di stressare ulteriormente l’animale, e anzi cercandone con la dolcezza e con l’“indifferenza”, l’attenzione. Ventimiglia sembra rispondere, ma al terzo giorno di lavoro si ribalta di nuovo, facendo quasi perdere le speranze di un suo recupero. Senonché, mentre nelle altre occasioni in quattro o cinque uomini non riuscivano a farla risollevare, stavolta, dopo un po’, la cavalla si rialza da sola. E Angelo ricomincia il suo paziente lavoro, cercando soprattutto di sciogliere i blocchi psicologici che inibiscono l’animale.

Le cose vanno bene per un po’, ma al 15° giorno la cavalla si butta di nuovo a terra. Questa volta, però, nitrisce, quasi in una disperata richiesta di attenzione e di affetto. Così Angelo chiama Maria Paola, una delle figlie grandi esperte di cavalle anch’esse, e le chiede di accarezzare con dolcezza l’animale. A quel punto, il miracolo: la cavalla si rialza e si fa anche montare da Maria Paola («fui forse un po’ incosciente a farglielo fare – confessa Masia – ma ero anche fiducioso dell’abilità di mia figlia e della psiche della cavalla»). I risultati sono di giorno in giorno sempre più incoraggianti, dalla cappezzina si passa all’imboccatura col filetto, alla sella, al passo e al trotto. E man mano le difese della cavalla vengono meno, così gli allevatori sedilesi ancora increduli prendono contatti col fantino Gian Luca Fresu: con la supervisione dell’espertissimo padre Tonino, completa l’addestramento per le corse e, infine, porta Ventimiglia alla straordinaria vittoria di domenica.

“Una storia da libro Cuore”, ha detto qualcuno, un miracolo, una favola. O più semplicemente, la conferma che non esistono animali “cattivi”, ma solo animali predati e/o predatori, gli uni sempre sulla difensiva e sempre pronti ad attaccare se spaventati, gli altri alla ricerca di cibo se affamati... Finché l’uomo non trova il canale giusto per sintonizzarsi sulla loro mente e sul loro cuore, compiendo quelli che a tutti gli effetti paiono dei miracoli. Come quello di Ventimiglia, una cavalla già condannata a una triste fine e poi ritrovata fino a trasformarsi in una serena e splendida cavalla vincente.

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