La Nuova Sardegna

Investì il rivale con l’auto: un arresto e nove indagati

di Kety Sanna
Investì il rivale con l’auto: un arresto e nove indagati

Dopo la lite, non fu un incidente: arzanese 22enne accusato di tentato omicidio

09 settembre 2017
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NUORO. Avrebbe cercato di ucciderlo investendolo dopo un litigio avvenuto nei pressi di un night club di Lotzorai. Dopo quattro mesi di indagini, quello che all’inizio sembrava essere un banale incidente, si è rivelato l’epilogo di una lite tra bande rivali. Una vera e propria spedizione punitiva che poteva avere conseguenze ben più gravi e finire in tragedia. Ieri mattina i carabinieri della stazione di Arzana, i colleghi della compagnia di Lanusei e dei Cacciatori di Sardegna, hanno chiuso il cerchio e potuto procedere all’arresto, avvenuto fuori flagranza (ai sensi dell’articolo 71 del Codice antimafia), del presunto autore del tentato omicidio di Paolo Busia, 31enne di Fonni. Si tratta di Pier Giuseppe Demurtas 22 anni di Arzana, «già sottoposto ad avviso orale e gravato da precedenti di polizia per lesioni personali e minacce» ha sottolineato nel corso della conferenza stampa al Comando provinciale, il capitano di Lanusei Claudio Papparella. Dal confronto tra i dati emersi dalle intercettazioni, l’incrocio delle celle relativo al traffico telefonico tra i soggetti coinvolti e le testimonianze raccolte, infatti, c’era qualcosa che non collimava. Agli occhi degli inquirenti si era presentato un quadro differente da quello originariamente ipotizzato: la vittima, quella notte di primavera, non era stato investito accidentalmente ma, secondo gli investigatori, chi era alla guida dell’auto che lo aveva travolto, lo voleva uccidere. Alla base del tentato omicidio, lo scontro per futili motivi, tra due gruppi rivali: uno dell’Ogliastra e l’altro della Barbagia.

Il presunto incidente. Erano le 5,40 del 14 maggio e sulla strada provinciale 27, poco prima del bivio che da Tortolì porta a Villagrande, un giovane di Fonni, Paolo Busia, era sceso dalla sua auto ed era stato preso in pieno da una vettura che giungeva a tutta velocità. L’investitore, però, non si era fermato. Busia soccorso dagli amici che impotenti avevano assistito all’incidente era stato trasportato all’ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei in pericolo di vita. Dopo alcuni giorni nel reparto di rianimazione, il giovane di Fonni era stato trasferito a Cagliari, dov’è tuttora seguito per la riabilitazione in un reparto specializzato del Brotzu a causa delle gravi lesioni riportate. Le indagini partite immediatamente per accertare le cause e ricostruire l’apparente tragico incidente, avevano fatto emergere da subito varie anomalie. Alcune persone presenti e sentite, avevano fornito dichiarazioni non risultate attendibili.

La ricostruzione dei fatti. Gli accertamenti svolti dai carabinieri della stazione di Arzana, infatti, avevano successivamente consentito di ricostruire minuziosamente l’episodio. Era notte fonda quando Pier Giuseppe Demurtas, in compagnia di altri giovani (ora indagati) facenti parte del gruppo arzanese avevano avuto una lite nei parcheggi di un pub di Lotzorai, con un gruppo di barbaricini, formato da Paolo Busia e da altri tre giovani. I due gruppi si erano separati ed erano risaliti in macchina. Lo scontro però non era finito, si era solo spostato sulla Sp 27 dove Demurtas e i suoi amici avevano costretto i rivali a fermarsi creando uno sbarramento lungo il percorso. A quel punto Paolo Busia era sceso dalla sua auto, un’Audi A5 ma, una volta in strada, Demurtas a bordo della sua Fiat Punto bianca, aveva pigiato il piede sull’acceleratore e lo aveva travolto, prendendolo di spalle. Il giovane di Fonni dopo un volo di diversi metri era caduto sull’asfalto dov’era rimasto in gravissime condizioni e privo di sensi, in attesa dei soccorsi. Paolo Busia, inizialmente trasportato in codice rosso all’ospedale di Lanusei, era stato ricoverato in Rianimazione e poi trasferito a Cagliari. Nessun dubbio per gli inquirenti: Pier Giuseppe Demurtas voleva uccidere il suo “avversario”.

Nove indagati. Le indagini, oltre a ricostruire la dinamica dell’investimento, hanno poi permesso di appurare le responsabilità di altri soggetti. Alcuni di questi nelle ore immediatamente successive ai fatti, avevano aiutato il giovane arrestato a recuperare pezzi di ricambio della sua auto danneggiata dall’impatto e quindi a ripararla, mentre altri, pur conoscendo nel dettaglio l’accaduto, avevano omesso di riferire i fatti nel tentativo di sviare le indagini. Ieri per Pier Giuseppe Demurtas, dopo le formalità di rito, si sono aperte le porte del carcere di San Daniele.

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