La Nuova Sardegna

Tra i servizi condivisi anche quelli religiosi

Tra i servizi condivisi anche quelli religiosi

Uniti non solo per i servizi comunali come il ritiro rifiuti, il comando dei vigili urbani, le scuole e tutte le altre cose che possono essere divise per cercare di risparmiare qualche soldo...

09 settembre 2017
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Uniti non solo per i servizi comunali come il ritiro rifiuti, il comando dei vigili urbani, le scuole e tutte le altre cose che possono essere divise per cercare di risparmiare qualche soldo garantendo la stessa efficienza. I paesi dell’interno spesso sono uniti anche per i riti religiosi.

Lo spopolamento coinvolge anche la chiesa e si sa che la crisi delle vocazioni è accentuata. Ed ecco che padre Paolo Contini (foto), 44 anni, oristanese di nascita, parroco della Chiesa di San Giacomo Apostolo a Nughedu, deve dir messa, celebrare battesimi e matrimoni, anche in altri due borghi vicini con poche anime, Sorradile (402 abitanti) e Bidonì (148).

Lo chiamano “il parroco della trinità paesana”. Deve destreggiarsi non poco soprattutto nelle feste principali. “Per la Settimana Santa posso celebrare il rito della lavanda dei piedi in un paese e la Via Crucis in quello a fianco. Tra l'altro qui il rito prepasquale non ha, per esempio, l'intensità che c'è ad Alghero. Non ha senso tenere le stesse cerimonie in paesi che distano pochi chilometri. Anche se talvolta le ragioni del campanile sono forti. Non nella stessa misura. Gli abitanti di Nughedu sono legati al villaggio molto più di quelli dei paesi vicini. E il paese è curato, pulito, ricco di fiori». Lo spopolamento pesa. Intervistato dagli studenti che stanno animando il Campus Omodeo, padreo Contini ricorda: «Cinque anni fa, il primo di vita parrocchiale, qui avevo celebrato sette battesimi e sei funerali. Ora le proporzioni si stanno invertendo. Ma occorre essere ottimisti. Questi paesi garantiscono serenità. C'è anche apatia. Ma vedrete che tornerà il piacere della sana vita paesana», conclude il parroco.

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