La Nuova Sardegna

Donna uccisa: in cella compagno e coinquilina

di Luciano Onnis
Donna uccisa: in cella compagno e coinquilina

Joelle Demontis, 58 anni, è stata picchiata e poi colpita con un’arma da taglio

10 settembre 2017
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CAGLIARI. L’hanno trovata riversa sul materasso su cui dormiva, poggiato direttamente sul pavimento, con vestiti e lenzuola intrisi di sangue. La conferma ufficiale non c’è ancora, in attesa del responso dell’autopsia, ma non sembrano esistere molti dubbi: Joelle Demontis, cagliaritana di 58 anni nata però in Tunisia, è stata uccisa con un’arma da taglio, forse un coltello, nell’appartamento al secondo piano di via Donoratico 57 dove viveva da qualche tempo in una promiscuità di persone che ancora non è del tutto chiara. Due di queste, Giorgio Reciso, 40 anni, attuale compagno della vittima agli arresti domiciliari nello stesso appartamento per maltrattamenti e stalking nei confronti di una ex fidanzata, e Marta Dessì, di 26 anni, sono ufficialmente accusati dell’omicidio e accompagnati nel carcere mandamentale di Uta.

La vittima. Joelle Demontis in quell'abitazione ci era andata per stare con il nuovo compagno detenuto in casa e qui avevano “socializzato” con Marta Dessì, altra ospite del cuoco della Caritas Giorgio Angius che aveva aperto la sua casa ai disadattati. Fra questi anche un quarto ospite, un extracomunitario risultato del tutto estraneo al delitto. Dormiva nella sua camera e non si è accorto di niente. Nella caserma dell’Arma di via Nuoro sono finiti tutti i presenti nell’appartamento quando è stato commesso il delitto, sottoposti a stringenti interrogatori per tutta la mattina e il pomeriggio.

Due in cella. Poi la svolta: mentre il padrone di casa e il giovane extracomunitario di colore sono risultati completamente estranei al delitto, Giorgio Reciso e Marta Dessì sono finiti in stato di fermo perché indiziati di aver ucciso Joelle Demontis. I tre dormivano nella stessa camera da letto, con un materasso aggiunto sul pavimento, quello della vittima. Una commistione che potrebbe essere stata alle origini del delitto.

L’allarme. I carabinieri sono stati allertati intorno alle 4 di ieri mattina dal 118, intervenuto con il suo personale di un’ambulanza in via dei Donoratico 57 su richiesta del proprietario dell'abitazione. Quando è arrivata la prima pattuglia, è apparso subito chiaro che ci si trovava davanti a un crimine. Sul posto si sono catapultati i militari della Compagnia di Cagliari, diretti dal maggiore Luca Vasaturo, e quelli del nucleo operativo del Reparto provinciale, comandati dal colonnello Ivan Giorno, seguiti dagli specialisti del Ris, dal pubblico ministero Daniele Caria e dal medico legale Roberto Demontis. Tutti rinchiusi nella stanza del delitto, mentre altri carabinieri hanno ispezionato all’esterno le scale condominiali e il cortile sul retro del palazzo, chiaramente alla ricerca di un’arma da taglio o contusiva che potesse quella con cui è stato commesso il delitto. Risultato negativo, niente è stato trovato. Da parte degli investigatori, quando sono ricomparsi all’esterno del palazzo off limits per gli estranei, poche parole: «Stiamo esaminando gli elementi raccolti – hanno detto il maggiore Vasaturo e il colonnello Giorno – e le posizioni delle persone presenti nell’appartamento. Aspettiamo il responso del medico legale che effettuerà l’autopsia nel Policlinico di Monserrato».

Picchiata e uccisa. Un particolare era trapelato: sul corpo della vittima sono stati trovati “segni compatibili con colpi indotti”. Ovvero, la donna sarebbe stata anche picchiata prima di essere uccisa con un’arma da taglio, presumibilmente un coltello. La mano che l’ha picchiata potrebbe essere la stessa di chi poi l’ha uccisa.

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