La Nuova Sardegna

«Via libera a 9 milioni di metri cubi»

«Via libera a 9 milioni di metri cubi»

La denuncia della Consulta ambientalista: con l’articolo A4 nuove volumetrie

13 settembre 2017
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SASSARI. Pigliaru tende un ramo d’ulivo ai contestatori della legge urbanistica. Scrive una lettera al Corriere della Sera in risposta a quella del presidente del Fai Andrea Carindini in cui apre al confronto. La Consulta delle associazioni ambientaliste dell’isola tira un’altra picconata alla legge. Lo fa con un comunicato che attacca l’articolo A4. E secondo la Consulta questo articolo prevede una valanga di metri cubi sulle coste. Per l’esattezza 9 milioni.

Tutto ha come origine la modifica alla legge Salvacoste varata dalla giunta Soru nel 2004. Il testo prevedeva un dimezzamento dei metri cubi che il Decreto Floris concedeva nelle aree costiere. Il Decreto prevedeva che si dovessero concedere più o meno 60 metri quadri ad bagnante. «La tabellina, esplicativa delle modalità di calcolo della capacità insediativa nelle zone F contenuta nel Decreto Floris, faceva leva su un ragionamento spiccio, figlio del tempo: tot. metri lineari spiaggia o scogliera = tot. bagnanti insediabili, il tutto tradotto in metri cubi in forza del coefficiente di 60 metri cubi per ogni bagnante» spiega il documento della Consulta. Un qualcosa come 50 milioni di metri cubi che la giunta Soru volle abbattere con la Salvacoste che dimezzava i metri cubi concedibili.

«L’articolo A.4 dell’Allegato A del DdiL del 2017 propone un nuovo metodo di calcolo per determinare il fabbisogno di ricettività alberghiera ed extra-alberghiera, e di residenze per le vacanze e il tempo libero, nella fascia costiera definita e individuata dal Ppr. Ora il calcolo del fabbisogno ricettivo è regolato dalla Legge Salvacoste del 2004 che dimezza la capacità insediativa potenziale prevista dal precedente Decreto Floris. Effettuando una prima analisi l’incremento delle volumetrie disponibili con il nuovo ddl è pari a circa il 20% in più rispetto a quanto ammesso dalla Legge Salvacoste, per un totale di circa 9 milioni di metri cubi riammessi nelle zone F dei comuni costieri». La Consulta prende come caso simbolo Orosei: «Nel Comune di Orosei, il premio volumetrico è di circa 230mila metri cubi, pari a un incremento del 22% rispetto a quanto previsto dalla Legge Salvacoste. Nella nuova legge viene anche aperta la possibilità di realizzare "seconde case" nella fascia costiera che “dovranno essere preferibilmente localizzati in contiguità con quelli eventualmente esistenti”, fattispecie esclusa dal Ppr se non in ambiti urbani». Una nuovo argomento che spaccherà ancora di più l’opinione pubblica. «Le previsioni del DdiL sembrano in contrasto con quanto definito nel Ppr e nella Legge Salvacoste scampata, come si ricorderà, ai tentativi di impedirne l'attuazione. Il premio volumetrico attribuito dal DdiL, pari a quasi 9 milioni di metri cubi. appare contraddittorio rispetto agli obiettivi di riduzione del consumo di suolo richiamati in più parti dello stesso DdiL».

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