La Nuova Sardegna

Autorità portuale 

Deiana: «La sede? È ininfluente»

di Stefano Ambu

Per il nuovo presidente l’importante è creare opportunità di lavoro

14 settembre 2017
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CAGLIARI. Sede dell'Autorità di sistema portuale della Sardegna a Olbia o a Cagliari? Per Massimo Deiana non importa quale sarà il luogo nel quale arrivano raccomandate o notifiche, ma che ci sia lavoro. E comunque lui sarà sempre in giro in tutti i porti della Sardegna, a rotazione. È la risposta che il nuovo numero uno degli scali marittimi sardi ha dato ieri mattina durante il convegno a Cagliari sul tema “Economia del mare” promosso da Intesa San Paolo e realizzato in collaborazione con Confindustria Sardegna Meridionale, a proposito dello scontro nord-sud sulla nuova “capitale” dei porti.

«Ereditiamo una situazione variegata – ha detto il presidente Deiana –, ora l'importante è creare struttura unica per evitare doppioni. Anche con un’unica pianta organica. Ma senza “deportare” nessuno, con ragionevolezza e buon senso». Anche Arbatax è pronto a entrare. «È un porto regionale – ha detto Deiana – che al momento della emanazione della legge istituiva non poteva rientrare nell'Autorità. Nei giorni scorsi c'è stato un correttivo. E ora, d'accordo con la Regione, Arbatax si può unire agli altri scali».

Dal convegno di ieri molti dati per capire presente e possibile sviluppo dell'isola. Mare fondamentale in chiave internazionale. Il 91% dell’import-export del territorio passa per il trasporto con le navi (in Italia il 37%): si tratta di circa 8,6 miliardi di euro . Scambi in calo, però (-20%): colpa soprattutto del prezzo del petrolio. Ma il primo trimestre 2017 mostra una ripresa significativa con un import-export pari a 2,9 miliardi, il doppio rispetto al 2016. Sono gli ultimi dati di uno studio di Srm. Il sistema dei porti sardi (Cagliari, Foxi-Sarroch, Olbia, Porto Torres, Golfo Aranci, Oristano, Portoscuso-Portovesme e Santa Teresa Gallura) nel 2016 ha gestito 48 milioni di tonnellate di merci, il 10% del totale nazionale. La Sardegna ha un valore aggiunto generato dal totale dei settori connessi all’economia del mare pari a 1,6 miliardi, il 5,3% del totale del valore aggiunto del territorio.

Secondo le stime di Srm, gli scali sardi generano 500 milioni di euro di valore aggiunto per l’economia nazionale. Allarme però a Cagliari: i primi 6 mesi del 2017 hanno mostrato un rallentamento nella movimentazione dei container (-26,7% pari a 249 mila Teu) per effetto della cancellazione del porto da alcune rotte dei vettori internazionali. Bene le crociere per la destagionalizzazione. Sardegna seconda regione italiana, dopo la Liguria, per numero di posti barca con un peso del 12,4% sul totale nazionale e un peso del 27% del Mezzogiorno.

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