La Nuova Sardegna

Due madri unite nel ricordo della vittima

Ricostruita in aula la visita dei Pinna a casa Monni: «Il loro unico obiettivo era riavere la pistola»

15 settembre 2017
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NUORO. Due mamme e un solo grande dolore. Rita Gaddeo, madre di Gianluca Monni, e Giovanna Moreddu, madre della fidanzatina del ragazzo ucciso, sono state sentite una dopo l’altra. Due donne di Orune. Forti, orgogliose, che nonostante il dolore e le lacrime non hanno avuto alcune tentennamento nel raccontare quei giorni drammatici. «Ero di turno al 118 a Nuoro, stavo per finire quando è arrivata la telefonata da Orune – ha ricordato Rita Gaddeo, senza addentrarsi nei particolari del delitto e subito dopo ha raccontato l’antefatto –. Con il padre di Paolo Pinna ci conoscevamo perché comprava il mangime da noi così, dopo l’episodio della sala da ballo, Roberto Pinna è venuto a casa con il figlio. Ufficialmente per chiedere scusa, ma poi abbiamo capito che a loro interessava solo avere indietro la pistola. Quando gli ho detto che non eravamo abituati a quel genere di cose, si era rivolto a Gianluca e gli aveva detto: “Quindi hai avuto paura, ma lo sai che quella pistola ha due sicure” con un tono che mi aveva lasciata sgomenta. E quando stava andando via – ha concluso Rita Gaddeo – peraltro senza chiedere scusa si era rivolto a Gianluca e gli aveva detto: “Se ritrovi la pistola facciamo un grande spuntino a Nule”. Poi aveva telefonato più volte per sapere se l’avevano recuperata».

«Gianluca era un ragazzo adorabile, il figlio che tutte le mamme vorrebbero – Giovanna Moreddu, mamma di Eleonora, non è riuscita trattenere le lacrime quando ha ricordato il fidanzatino della figlia –. Per capire chi fosse basta leggere le parole scritte sulla sua tomba – che ha provato a ripetere a memoria, ma il pianto le ha impedito di farlo –. Sapevo tutto quel che era successo nella sala da ballo. Non conoscevo Paolo Pinna, sapevamo invece che Stefano Masala era un ragazzo bravo ed educato che in quella vicenda non c’entrava nulla. Tutti a Orune l’avevano detto da subito. Ero presente quando Paolo Pinna con il padre erano andati a casa Monni con il proposito di scusarsi, ma il loro unico obiettivo era riavere indietro la pistola. Il padre aveva addirittura sminuito l’episodio delle molestie a Eleonora e della pistola e poi – ha concluso quasi con rabbia Giovanna Moreddu – aveva avuto la faccia tosta di spiegare che l’arma era il suo regalo al figlio per il compleanno». (plp)

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