La Nuova Sardegna

maltrattamenti all’aias 

La testimone: «Le violenze sui pazienti erano la norma»

CAGLIARI. «I pazienti venivano presi a parolacce, strattonati e a schiaffi. Ero arrivata da quindici giorni e ho deciso di fare l'esposto». Tre ore non sono bastate ad Anna Paola Tuveri, l'operatrice...

16 settembre 2017
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CAGLIARI. «I pazienti venivano presi a parolacce, strattonati e a schiaffi. Ero arrivata da quindici giorni e ho deciso di fare l'esposto». Tre ore non sono bastate ad Anna Paola Tuveri, l'operatrice socio-sanitaria dell'Aias dalla cui denuncia è scattata l'indagine della Procura, a raccontare davanti al giudice Giorgio Altieri tutti i presunti maltrattamenti che avvenivano al centro di Decimomannu: «Le violenze erano un'abitudine» ha riferito al processo che vede imputato Vittorio Randazzo, direttore amministrativo dell'associazione, e Sandra Murgia, responsabile del centro, accusati dal pm Liliana Ledda di omissioni d'atti d'ufficio in relazione ai maltrattamenti contestati a vari operatori della struttura. «Non c'era dignità per i pazienti - ha detto - era una cosa assurda. Quando li sollevavano dai letti per alzarli venivano presi a urla e parolacce, molti operatori usavano un linguaggio scurrile e aggressivo. E quando i pazienti, molti psichiatrici, andavano in agitazione davano loro schiaffi». Dalla denuncia della Tuveri, chiamata oggi sul banco dei testimoni dal pm Ledda, era così nata l'indagine ribattezzata «Mistreatment», avviata nel 2014 dai carabinieri della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Cagliari e dai militari del Nas. Terminate le indagini, con intercettazioni e telecamere nascoste, erano scattate 14 misure cautelari. E oggi la grande accusatrice ha riferito del pestaggio di un paziente e accusato l'Aias di averla bersagliata con un provvedimento disciplinare. L'interrogatorio proseguirà il 28 gennaio con il controesame del pool di difensori guidato dall'avvocato Leonardo Filippi .

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