La Nuova Sardegna

No alle scorie radioattive Spano: «Basta con le servitù»

di Antonello Palmas
No alle scorie radioattive Spano: «Basta con le servitù»

L’assessora all’Ambiente illustra le osservazioni inviate al ministero sul programma nazionale «Abbiamo scelto un’idea di sviluppo sostenibile per il futuro dei sardi, per il turismo e l’agricoltura» 

16 settembre 2017
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CAGLIARI. «Siamo assolutamente contrari a un deposito per le scorie nucleari in Sardegna e questa posizione è chiara da tempo perché abbiamo un’idea di sviluppo sostenibile per il futuro dei Sardi». La posizione dell’isola circa la possibilità tutt’altro che remota che la Sardegna venga individuata come sede ideale per ospitare i rifiuti radioattivi è ben chiara nel commento che l’assessore regionale all’Ambiente Donatella Spano fa sulle osservazioni della Regione nel procedimento della Valutazione ambientale strategica (Vas) relativa al “Programma nazionale per la Gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi”, inviate mercoledì al Ministero dell’ambiente.

«Abbiamo già detto no al nucleare nell’isola davanti al Consiglio regionale, al ministro dell'Ambiente e al ministero per lo Sviluppo economico – spiega la Spano – perché non vogliamo una nuova servitù, oltre quelle militari di cui la nostra regione è già pesantemente gravata, mentre nel frattempo siamo impegnati in lunghe e complesse operazioni di bonifiche per restituire ai Sardi il loro territorio».

La “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee” ancora non è stata resa pubblica, ma la Regione mette le mani avanti nella fase in cui il Programma per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi sono sottoposti a una consultazione pubblica. «Nelle osservazioni viene espressa una valutazione negativa sul Programma, a causa della mancanza delle informazioni necessarie a condurre le valutazioni ambientali di merito e, conseguentemente, alla formulazione di un parere motivato positivo».

Nel documento prodotto coinvolgendo tutti gli enti interessati, viene sottolineato il motivo per cui la Sardegna non può accogliere il famigerato deposito: «Valenze territoriali, ambientali, paesaggistiche e identitarie che caratterizzano il territorio sardo, ma ricordo anche problematiche e costi di un’eventuale evacuazione della popolazione e della adeguatezza della rete infrastrutturale e trasportistica», dice la Spano, ricordando che il 97% dei cittadini sardi aveva votato contro la realizzazione in Sardegna di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive. «Abbiamo scelto uno sviluppo che va in altre direzioni – dice – e non possiamo trascurare gli effetti negativi che una simile scelta potrebbe determinare sui comparti turistico e agricolo mentre stiamo vivendo una situazione di crisi industriale e di gap economico rispetto ad altre regioni».



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