La Nuova Sardegna

una vita al limite 

Indagato per il tentato rapimento della salma di Enzo Ferrari

Indagato per il tentato rapimento della salma di Enzo Ferrari

ORANI. Il nome di Luca Carboni era conosciuto alle cronache isolane. Nel 2011 aveva patteggiato 5 anni di carcere per un attentato a Nuoro la sera della festa del Redentore. E qualche mese fa era...

20 settembre 2017
3 MINUTI DI LETTURA





ORANI. Il nome di Luca Carboni era conosciuto alle cronache isolane. Nel 2011 aveva patteggiato 5 anni di carcere per un attentato a Nuoro la sera della festa del Redentore. E qualche mese fa era stato coinvolto nell'inchiesta su un traffico di droga e armi fra la Sardegna e il nord Italia. Secondo gli inquirenti, Luca Carboni faceva parte del sodalizio criminale che stava progettando tra l'altro il furto a scopo di estorsione della salma del costruttore automobilistico Enzo Ferrari. 45 complessivamente le persone indagate fra quelle arrestate, ai domiciliari, con obbligo di dimora e denunciate. Per l'operaio forestale gli inquirenti avevano applicato l'obbligo di dimora.

La notte tra il 24 e il 25 agosto 2008, mentre Nuoro festeggiava il Redentore, un ordigno esplose in un edificio disabitato di via Sant’Emiliano. Per quell’attentato tre anni dopo Luca Carboni, accusato anche di detenzione di armi e droga, patteggiò cinque anni di carcere. L’operaio forestale di Orani era stato anche condannato a una multa di 30mila euro. L’uomo, classe 1971, era stato arrestato nel 2010 insieme ad altri due giovani. I tre erano stati sorpresi nella periferia di Oliena dai carabinieri di Nuoro mentre innaffiavano una piantagione di canapa indiana. Successivamente dalle indagini era emerso anche il suo coinvolgimento nell’attentato del Redentore. Al suo attivo aveva una ventina di capi di imputazione, tutti pesanti. Tra questi, sopratutto, l'attentato alla casa di via Sant'Emiliano. Quell'attentato, a leggere le carte dell'inchiesta condotta dai carabinieri, sarebbe stato un errore; anche se formalmente non è mai emerso chi fosse il vero destinatario dell'ordigno, gli inquirenti avevano escluso che l'obiettivo dei bombaroli potesse essere la tranquilla e anonima famiglia che da tempo non abitava in quello stabile. A monte dell'intimidazione ci sarebbe stato un giro di usura, ma queste accuse si sono poi dissolte con il prosieguo degli accertamenti, tanto da non essere contestate. In quella inchiesta sull’attentato a Nuoro finì coinvolto anche l’ex sindaco di Buddusò, Giovanni Satta, oggi consigliere regionale. In una telefonata tra i due, intercettata, Carboni avrebbe chiesto a Satta di procurargli dell'esplosivo.

Il nome di Luca Carboni era emerso nuovamente in un’altra clamorosa inchiesta di qualche mese fa, quella sulla gang di Orgosolo che in Emilia Romagna voleva rubare la salma di Enzo Ferrari. Una maxi operazione in cui erano state eseguite 34 misure cautelari in Sardegna e nella penisola. Il progetto del rapimento della salma di Ferrari risale ai primi mesi del 2015. L'intenzione della banda, secondo quanto emerso da intercettazioni ambientali e telefoniche, era di entrare di notte nel cimitero di San Cataldo e prelevare la salma dal mausoleo. Fuori erano previsti un furgone e due auto per trasferirla dove sarebbe stata custodita. Un blitz che avrebbe richiesto almeno tre rapitori e un custode. E un telefonista che avrebbe dovuto trattare con la famiglia e la Ferrari per la riconsegna della salma dietro pagamento di un riscatto. I controlli dei carabinieri di Modena, su indicazione di quelli nuoresi, che avevano più volte disturbato i sopralluoghi della banda e predisposto continui posti di blocco intorno al cimitero, avevano fatto desistere i rapitori, che avevano rinviato il sequestro a metà 2016. E nel lungo elenco dei personaggi coinvolti figurava Carboni, per il quale fu disposto l’obbligo di dimora.

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative