La Nuova Sardegna

Migranti, stop ai ghetti Sì all’ospitalità diffusa

di Silvia Sanna
Migranti, stop ai ghetti Sì all’ospitalità diffusa

Due protocolli Regione-Anci per favorire l’integrazione attraverso il sociale

20 settembre 2017
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SASSARI. Due progetti per accoglierli e altrettanti per integrarli. La Sardegna prova a prendere in mano, con decisione, la gestione dei migranti. Partendo da due punti fermi. Il primo: l’accoglienza deve essere distribuita, non ci può essere chi dà 10 e chi dà zero. Il secondo: se non si favorisce l’integrazione, i migranti saranno sempre ospiti e spesso malvisti e mal tollerati. E l’integrazione si ottiene facendo in modo che si rendano utili, con il volontariato e con il lavoro. Per questo motivo il Tavolo regionale di coordinamento sui flussi migratori non programmati ha deciso di dare una accelerata.

Due protocolli. Li firmeranno a breve la Regione, le Prefetture e l’Anci. Il primo prevede l’utilizzo dei migranti ospiti dei Cas (Centri accoglienza straordinaria gestiti dalle prefetture) in progetti di volontariato sociale a favore delle comunità in cui vivono. Il secondo prevede invece una più equa ripartizione dei migranti in un sistema armonico tra Cas e Sprar, cioè i progetti di seconda accoglienza gestiti dai Comuni. Significa questo: dove sono attivi più Sprar ci sono meno migranti ospiti nei Centri. È un processo lungo e difficile, perché Cas e Sprar camminano a velocità differente: più semplice aprire una struttura per la prima accoglienza, molto più complesso l’iter per avviare un progetto comunale che deve avere caratteristiche ben diverse per accedere ai finanziamento. Ma la strada indicata resta quella: l’assessore agli Affari generali Filippo Spanu l’ha ribadito nell’incontro con i prefetti, al quale erano presenti anche Angela Quaquero, delgata della giunta per la tematica migranti, il presidente dell’Anci Emiliano Deiana e i sindaci di Sassari, Cagliari, Oristano e Nuoro.

Stop all’emergenza. L’emergenza è da tempo diventata parte della quotidianità, per questo bisogna imparare a governarla attraverso «una gestione ordinaria dei flussi migratori, con attività e iniziative che favoriscano il processo di inclusione», ha detto Filippo Spanu. Con particolare attenzione verso i minori non accompagnati, che «hanno bisogno di vivere all'interno di strutture a loro esclusivamente destinate». Molto diverso il discorso per quanto riguarda gli sbarchi diretti dall’Algeria: circa 1000 gli arrivi nel 2016, «un fenomeno da contrastare – ha detto Spanu ribadendo la posizione del presidente Pigliaru – con la collaborazione delle autorità del paese nordafricano, secondo un metodo operativo che il Governo, attraverso il ministro Minniti, ha assicurato di voler attuare.

Progetti per il lavoro. Di immigrati, migranti e integrazione si è parlato anche all’assessorato al Lavoro dove si è riunita la Consulta per l’immigrazione presieduta dall’assessore Virginia Mura. Accanto alla prosecuzione delle misure degli anni scorsi, è stato approvato un Piano con due nuove linee di attività. La prima, con una dotazione di 400 mila euro, finanzierà progetti presentati da associazioni, per favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati, con particolare attenzione al mondo della scuola e all’integrazione degli alunni stranieri e sardi. A ciascun progetto sarà assegnato un finanziamento non superiore a 20 mila euro per la prima annualità.La seconda linea, finanziata con 200mila euro, coinvolge direttamente gli enti locali che attiveranno progetti di informazione sui servizi a favore degli immigrati.

Appello dell’Anci. Il presidente dell’Anci Emiliano Deiana da sempre si è espresso a favore della microaccoglienza diffusa, sposando l’accordo siglato dall’Anci nazionale con il governo. E condivide anche la necessità di favorire processi di inclusione, attraverso il volontariato e il lavoro. Ma una reale integrazione non potrà esistere se si scatenerà una “guerra tra poveri”: per questo Deiana ha chiesto alla Regione di utilizzare meccanismi incentivanti, anche attraverso i bandi povertà «per garantire premialità alle comunità che accolgono i migranti». Che solo in questo modo non saranno visti come rivali.



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