La Nuova Sardegna

Tra Regione e sindaci l’accordo ora è a un passo

Tra Regione e sindaci l’accordo ora è a un passo

Riforma della rete ospedaliera: si discute punto su punto per trovare l’intesa Saranno riscritti alcuni articoli e sulle strutture disagiate c’è apertura dalla giunta

22 settembre 2017
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CAGLIARI. A furia di battere sull’incudine della riforma, i sindaci sono riusciti a convincere il Consiglio regionale, o meglio la maggioranza di centrosinistra, che «alcuni degli articoli è meglio riscriverli per evitare che, in futuro, saltino fuori problemi e incomprensioni sulla riorganizzazione degli ospedali». E il Consiglio regionale, anzi la maggioranza, s’è lasciato convincere di buon grado, perché in questo momento la strategia del dialogo è quella che tutti vogliono e vanno cercando. Al termine di una riunione fiume, convocata dal presidente della commissione sanità Raimondo Perra del Psi, è stato raggiunto l’accordo che i prossimi emendamenti saranno scritti di fatto a più mani.

L’accordo. Come sollecitato dal presidente dell’Anci, Emiliano Deiana, sostenuto nel confronto da quello del Comitato delle autonomie locali, Andrea Soddu, per primo sarà scritto meglio l’articolo sull’apertura dei pronto soccorso negli ospedali delle zone disagiate: Muravera, Sorgono, Isili, Bosa, La Maddalena e Ghilarza. «Era già previsto che fossero in funzione 24 ore su 24 – dice l’assessore Luigi Arru – ma se serve lo preciseremo meglio». Lo stesso accadrà con l’articolo in cui per gli stessi ospedali sono elencati compiti, funzioni e posti letto dei reparti di medicina e chirurgia. Se per medicina generale, nella bozza licenziata dalla commissione, è tutto chiaro, su chirurgia i sindaci avevano più di un dubbi sull’organizzazione. L’accordo è stato raggiunto dopo questa correzione volante: «Ogni reparto avrà i suoi posti letto e per quello di chirurgia a stabilire il numero saranno i direttori delle Agenzie sanitarie territoriali, ma comunque non saranno inferiori a tre o cinque a seconda degli interventi chirurgici programmati». Poi, nel confronto, sono stati affrontati i presunti o sicuri equivoci sul ruolo che avranno gli ospedali di Lanusei, Tempio ed Alghero. La conclusione è stata questa: Lanusei avrà di fatto le funzioni di primo livello, con la conferma degli attuali reparti più qualcuno nuovo. Ma per avere il titolo vero e proprio (che però sarebbe di fatto solo un’etichetta, il conto giusto e da fare è invece sui reparti) bisognerà trovare una soluzione che vada bene anche al ministero della salute. Per Tempio sarà spiegato ancora meglio il ruolo che avrà rispetto all’ospedale di Olbia e al futuro Mater. In ogni caso non sarà subalterno a nessuno dei due e avrà la sua autonomia. Anche Alghero sarà un primo livello nel limbo: dovrà aspettare che si concluda il monitoraggio di sei mesi per ottenere la promozione. Nel frattempo avrà un reparto di terapia semintensiva (per farla semplice è appena un gradino sotto la rianimazione) e opererà in «piena collaborazione» e quindi non sarà sottomesso all’ospedale capofila della provincia di Sassari, che è l’Azienda universitaria.

Il caso Nuoro. Il consigliere regionale dei Rossomori, Emilio Usula, ha insistito molto perché il San Francesco sia riconosciuto nella mappa come «snodo principale del terzo polo sanitario, quello della Sardegna centrale». Qualche sindaco ha dato man forte alla richiesta, sostenuta tra l’altro con quanto avrebbe deciso la Puglia per i suoi ospedali in deroga alle direttive del ministero. Però è difficile che alla fine al San Francesco possa essere riconosciuto – com’è scritto ora nella bozza – qualcosa in più del primo livello ma che comunque sarà «molto, molto potenziato», ha confermato l’assessore Arru.

Punti nascita. Il sindaco di La Maddalena, Luca Montella, ha insistito molto su quello del Merlo. Riaprirlo sarà impossibile visto che il ministero non ha concesso neanche una deroga alle strutture con meno di 100 parti in un anno, com’è quello di La Maddalena. Però la Regione ha assicurato che con l’elisoccorso e l’Agenzia delle emergenze-urgenze a regime, è questioni di mesi, tutti gli standard di sicurezza saranno comunque garantiti.

I tempi. La conferenza dei capigruppo ha confermato che la riforma comincerà a essere discussa martedì prossimo. Poi ci saranno due giorni per presentare gli emendamenti. A quel punto prima di diventare ufficiali le correzioni dell’ultim’ora saranno riproposte alla delegazione dei sindaci e concordate. «Com’è giusto che sia – ha sottolineato il capogruppo del Pd Pietro Cocco – nel momento in cui abbiamo scelto la strada del dialogo». Detto della prima parte del calendario, il dibattito in aula e sarà articolo per articolo, emendamento per emendamento comincerà martedì 3 ottobre, con addirittura una settimana d’anticipo sulle previsioni. (ua)

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