La Nuova Sardegna

Gli indipendentisti isolani osservatori al referendum

A Barcellona il 1° ottobre. Protesta a Cagliari davanti al Consolato spagnolo Maninchedda contro l’Europa: «Ha abbandonato i catalani perché ha paura» 

23 settembre 2017
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SASSARI. In Sardegna non si ferma la catena di solidarietà verso la Catalogna. Quasi tutti i partiti politici isolani, e addirittura il Consiglio regionale, hanno condannato la repressione del governo Rajoy e hanno sposato la causa dei catalani. Ieri un gruppo di attivisti di Sardigna Natzione Indipendentzia, Irs Progres, Fronte unidu indipendentista, Rossomori, Sardigna Libera e altri movimenti autonomisti ha manifestato davanti al Consolato onorario spagnolo, a Cagliari, per sostenere le ragioni della Catalogna indipendente. Con loro anche il direttore della Generalitat de Catalunya in Sardegna, Joan Elies Adell, arrivato appositamente per l'occasione da Alghero. Nel frattempo una piccola delegazione di circa 30 indipendentisti sardi, alcuni in qualità di osservatori internazionali, saranno presenti in Catalogna il 1 ottobre per partecipare alle operazioni di voto. Tra loro anche il segretario di Progres, Progetu Repùblica, Gianluca Collu. Da Barcellona la delegazione svolgerà una cronaca in diretta sui social media per raccontare gli avvenimenti della giornata di consultazione. «Il diritto fondamentale è quello di decidere cosa fare nel proprio territorio, quindi la sovranità – ha spiegato al megafono Bustianu Cumpostu di Sardigna Natzione –. La Sardegna sarà quello che noi vorremmo costruire se avremo il coraggio, come ce l'ha oggi il popolo catalano, di scendere in piazza e così anche noi apriremo una nuova strada». Adell ha spiegato che questo momento viene vissuto dai catalani «con un po’ di tensione: non è una situazione che ci piace; ma anche con calore e con il coraggio che ci viene dalla gente di Sardegna perché tutti ci dicono di andare avanti e che quello che deve vincere è la democrazia, la voglia di poter votare. Io ho votato via posta e credo che sia meglio restare qui per spiegare alle persone di Sardegna cosa sta succedendo in Catalogna».

L’ex assessore Paolo Maninchedda, leader del Partito dei sard, va all’attacco della Ue. «L'Europa ha abbandonato la Catalogna perché ha paura. L'Unione europea non può permettere l'indipendenza della Catalogna perché altrimenti avrebbe il problema della Scozia, del Belgio, della Corsica e dei Paesi Baschi». A Tissi al convegno «Dalle comunità locali per una Sardegna forte e sovrana», l'ex assessore regionale ai Lavori pubblici ha commentato la difficile situazione della Catalogna con parole di solidarietà verso i catalani e di risentimento verso le massime istituzioni europee. «Mentre noi tutti insegniamo ai nostri giovani nelle scuole che la sovranità appartiene al popolo e che questo la esercita nelle forme democratiche esprimendola con fatti inevitabilmente legali, in Europa nei fatti sta accadendo invece che le condizioni internazionali non consentano il consolidamento della volontà popolare».

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