La Nuova Sardegna

Sassari, le piste ciclabili sono vuote. Il sindaco: io vado avanti

di Giovanni Bua
Il nuovo bike parking a Sassari
Il nuovo bike parking a Sassari

Le critiche non fermano l’amministrazione: altri 1,6 milioni di euro per le due ruote. Nicola Sanna: «Il cambiamento è culturale e la popolazione ha bisogno di tempo»

24 settembre 2017
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SASSARI. Otto chilometri e spiccioli di circuiti, 1 milione e 200mila euro di fondi europei già spesi, primo lotto inaugurato il 10 marzo 2017 con 424 giorni di ritardo rispetto agli otto mesi previsti, gli altri due modificati in corsa, con ditte fallite e sostituite, sit-in e manifestazioni di piazza contro gli itinerari, le transenne, il colore del manto, i cordoli, i posteggi rubati. Taglio ufficiale del nastro ieri con piste, a poche ore di distanza, di nuovo e come sempre desolantemente vuote.

È un vero percorso a ostacoli quello delle “ciclabili” sassaresi, forse uno dei progetti peggio digeriti della recente storia municipale. Citato da tutti gli oppositori della giunta di Nicola Sanna come prima cosa da “abbattere”, inviso a parte della stessa maggioranza, che ne ha fatto oggetto di trattativa durante l’ultimo turbolento maxi rimpasto, criticato da residenti, commercianti, giovani e anziani.

Eppure gli “Itinerari dell’università” partono da lontano. E quando più di un lustro fa si iniziò a parlare di un megacircuito per le due ruote che collegasse le principali facoltà cittadine, toccando cliniche e ospedali, stazione degli autobus e Comando provinciale dei carabinieri, Inps e casa dello studente di via Verona, davvero in pochi si dissero contrari al “salto nel presente”.

Certo c’erano i dubbi sull’orografia cittadina, messi nero su bianco anche nel Piano urbano della mobilità approvato nel 2008 che non giudicava ragionevole «proporre piste la cui frequentazione sarebbe certamente modestissima». E soprattutto c’era, e rimane, una certa condiscendenza nei confronti dell’indole del sassarese medio, a quanto pare storicamente poco propenso all’uso della bicicletta.

Dubbi diventati per molti certezza quando, a circuito ultimato, le piste hanno continuato ad essere più oggetto di scherno che di utilizzo.

«Si va avanti, il cambiamento è culturale e necessita tempo. Le ciclabili sono il presente e il futuro della mobilità e un bene per la nostra città», ha sempre replicato a muso duro il sindaco Sanna. Che per nulla spaventato dallo scarso gradimento ha deciso di prendere il toro per le corna, e rilanciare.

A far le cose per bene ci ha pensato la Multiss, società in house della Provincia che, in collaborazione con Centralabs, spin-off dell'università di Cagliari, ha strappato il sesto posto nazionale nel programma di mobilità sostenibile.

Risultato: un altro milione e 600mila euro (più 639mila di cofinanziamento del Comune) arriveranno in cassa dal ministero dell'Ambiente. Per creare micro-reti integrate di quartiere, con bike parking elettrico e bike sharing. E poi percorsi per promuovere la mobilità a piedi e in bici. E “mobility manager” in uffici e istituti scolastici per organizzare e gestire il piano degli spostamenti, oltre che incentivazioni per chi lascia l'auto a casa.

Il dado è tratto insomma, e si pedala. Sperando che critiche e possibilità trovino un punto di incontro, togliendo a Sassari il triste primato di unica città che scende in piazza per chiedere meno “green” nel proprio futuro.

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