La Nuova Sardegna

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Donne e limba sarda in un confronto a più voci femminili

BONARCADO. Donne e limba sarda. La due giorni di “Festa de sa Limba Ufitziale” appena chiusa a Bonarcado, è servita anche a questo: a fare il punto sulla “questione femminile” della lingua. Non solo...

26 settembre 2017
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BONARCADO. Donne e limba sarda. La due giorni di “Festa de sa Limba Ufitziale” appena chiusa a Bonarcado, è servita anche a questo: a fare il punto sulla “questione femminile” della lingua. Non solo la crisi dell’editoria in sardo e il no alla nuova legge regionale, dunque. La quarta edizione dell’evento (le precedenti furono a Sedilo, Oschiri e ancora Bonarcado) ha puntato i riflettori anche supoesia, storia medioevale, libri, automazione elettronica con l’uso del sardo, di esperienze professionali, di traduzioni, di sport, di cinema. Nella sala de S’Ortu Mannu in corso Italia, la questione femminile è stata affrontata a più voci: è vero, come dicono le indagini sociologiche che le donne parlano di meno il sardo? l’universo femminile accetterà la sfida di tornare alla lingua materna? Sono stati gli interrogativi del convegno-dibattito presentato e coordinato dalla giornalista Manuela Ennas. Che non ha votato il documento sulla legge regionale (contrariamente a quanto riportato ieri per un errore nell’elenco dei nomi). «Non ho espresso alcun no né ho espresso alcun parere sulla proposta di legge sulla lingua sarda, in quanto la mia partecipazione all’evento si è limitata a moderare, in qualità di giornalista, una tavola rotonda sul rapporto tra donne e lingua sarda. Le mie considerazioni sulla legge ho già avuto modo di esprimerle direttamente alla Commissione regionale che se ne occupa, dopo debita convocazione».

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