La Nuova Sardegna

Nuova vita per il baby-fenicottero grazie a una veterinaria di Tortolì

di Giusy Ferreli
Nuova vita per il baby-fenicottero grazie a una veterinaria di Tortolì

Stremato e abbandonato dallo stormo girovagava smarrito nella spiaggia di Orrì. Soccorso dai bagnanti e affidato alle cure Angela Scattu

27 settembre 2017
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TORTOLÌ. Solo soletto, girovagava smarrito nella spiaggia di Orrì. Un giovane esemplare di fenicottero rosa, lasciato indietro dai suoi simili, è stato soccorso dai bagnanti e affidato alle cure della veterinaria Angela Scattu. L'episodio risale a lunedì mattina quando una bagnante di buonora ha assistito a una scena insolita: un volatile che zampettava indeciso prima nella battigia e poi lungo la passerella di legno che costeggia la frequentata spiaggia ogliastrina.

La donna ha lanciato l'allarme il fenicottero è stato raggiunto dalla specialista che da anni si occupa del primo soccorso per conto della Provincia e che lo ha poi portato nel suo ambulatorio di Tortolì. Qui è stato visitato accuratamente e reidratato e già quest'oggi partirà per il centro regionale di Monastir in attesa di essere trasferito, una volta rimesso in forze, a Molentargius, l’area a ridosso di Cagliari nella quale vive una folta comunità dello splendido volatile. «Il pullo, di circa quattro mesi, era stremato – racconta la veterinaria, che ha subito allertato la struttura regionale specializzata nel recupero della fauna selvatica –. Credo che non abbia avuto le forze per stare appresso allo stormo di fenicotteri che in questo periodo iniziano le migrazioni verso il continente africano» spiega ancora la dottoressa Scattu.

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Di storie come queste lei ne potrebbe raccontare a bizzeffe. Negli ultimi sette anni in cui ha lavorato per conto dell'amministrazione provinciale ogliastrina ha effettuato almeno un centinaio di interventi all'anno. Facendo i debiti conti, si tratta di oltre 700 incontri ravvicinati con fauna selvatica ferita o in difficoltà, in particolare mammiferi e volatili. Uccelli rapaci, notturni come i barbagianni, le civette e gli assioli; o diurni come falchi e poiane. «Molti di loro , – racconta – arrivano con le ali spezzate o folgorati dopo essere finiti nei cavi della corrente elettrica».

E ancora, ci sono volpi, martore, mufloni, daini e ricci. Nello studio medico di via Gramsci sono passati tantissimi animali prima del ricovero nelle due strutture regionali di Bonassai e di Monastir. Nel corso della sua esperienza non sono mancati momenti di particolare tenerezza: «Ricordo un episodio in particolare – racconta ancora la Scattu – che risale a tre anni fa: un pastore ci portò un piccolissimo esemplare di muflone che aveva trovato sul Gennargentu. Era talmente piccolo che dovetti allattarlo col biberon per almeno due settimane e per tutto il tempo che rimase con me, non faceva altro che seguirmi confortando così la teoria dell'imprinting». Il muflone è stato liberato e ora gira indisturbato per qualche bosco nel territorio di Orgosolo.

La “postazione” della dottoressa Scattu è un osservatorio privilegiato per misurare il rispetto per gli animali selvatici. «In tutti questi anni ho avuto modo di constatare una sensibilità sempre maggiore. Spesso, – conclude la veterinaria – sono i cacciatori o i pastori a segnalarci gli animali in difficoltà e spesso sono loro a portarli nell'ambulatorio».
 

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