La Nuova Sardegna

Anche Alghero condanna Madrid

di Gian Mario Sias
Anche Alghero condanna Madrid

«Il governo spagnolo vuole negare uno dei diritti fondamentali di un popolo»

29 settembre 2017
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ALGHERO. L’indignazione verso Madrid è bipartisan. Dal sindaco di Alghero, Mario Bruno, al vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Marco Tedde, il tentativo di impedire che domenica prossima la Catalogna si esprima sulla propria indipendenza è condannato con fermezza da tutti. Per quanto riguarda il mito della “Barcellonetta d’Italia”, nella Riviera del corallo sono in tanti a non credere nel legame identitario e linguistico con la ricchissima regione della Spagna. Molti trovano forzato questo continuo richiamo alla catalanità di Alghero e non lo considerano giustificato dal punto di vista storico. Per contro, ci sono una moltitudine di persone, di associazioni, di movimenti culturali e di artisti che da sempre rivendicano orgogliosamente la loro appartenenza linguistica e culturale. Anche un po’ per ragioni di marketing – perché essere comunque l’unica enclave catalana in Italia contribuisce al fascino di Alghero – lo scontro rimane sempre sotto traccia, come il fuoco che cova sotto la cenere. Ma davanti agli arresti e agli atti di forza del governo spagnolo la Riviera del corallo non ha dubbi e non si divide, almeno per una volta. «Stiamo assistendo a un’azione di repressione e di negazione di un diritto fondamentale nei confronti di un popolo che intende solo esprimere il diritto all’autodeterminazione», commenta Stefano Campus, presidente dell’Omnium Cultural de l’Alguer e di un comitato spontaneo che si è costituito nei giorni scorsi e al quale hanno aderito comuni cittadini ma anche esponenti politici, istituzionali e culturali, a iniziare da Mario Bruno. Nei giorni scorsi il comitato si è riunito nella sala consiliare del Comune. «Dal confronto è emersa chiaramente la condanna unanime per quel che accade a Barcellona e in Catalogna – prosegue Campus – da Mario Bruno a Joan Adell, rappresentante delle Generalitat ad Alghero, tutti hanno ribadito che è ingiusto negare a un popolo la volontà di decidere per sé in maniera democratica, attraverso un voto consultivo che ha un valore esclusivamente politico». In questi giorni, conferma Stefano Campus, «siamo contatto con i nostri amici e fratelli catalani che ci chiedono sostegno e hanno molto apprezzato le prese di posizione del governo regionale, delle istituzioni locali e dei politici algheresi». Perché in fondo «al di là di quel che ognuno può pensare sull’indipendenza e sull’esito del referendum – conclude Stefano Campus – proibirlo è un atto di scarsissimo rispetto delle regole democratiche più elementari».

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