La Nuova Sardegna

La varietà sarda prodotto di qualità primo sul mercato

Tanti gli ittiresi che coltivano terreni tra Usini, Uri e Florinas: circa 400 ettari sono nelle loro mani. Sono settanta -ottanta le aziende ittiresi interessate, da 3-4 ettari in media e due addetti...

01 ottobre 2017
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Tanti gli ittiresi che coltivano terreni tra Usini, Uri e Florinas: circa 400 ettari sono nelle loro mani. Sono settanta -ottanta le aziende ittiresi interessate, da 3-4 ettari in media e due addetti ciascuna. Ma occorre considerare l’indotto, con gli stagionali, le cassette, gli antiparassitari... E’ un’industria di peso.

Per il 99,9 per cento si coltiva lo spinoso sardo, prodotto di qualità che arriva in anticipo ed è il primo a finire sul mercato dove può stare più a lungo, da fine settembre a metà aprile quando le piante “ricacciano”. «La produzione finisce principalmente nel triangolo del mercato industriale, tra Milano, Genova e Torino - spiega Gavino Pinna – . Poco il prodotto venduto a livello locale, nei mercatini, sui banchi di Campagna Amica. È l’unico articolo che esportiamo, nella annate normali si arrivava a 12-13 mila ettari in tutta l’isola. Poi succedono cose “strane”, cioè che i nostri carciofi ritornino tramite la grande distribuzione sui banchi dei supermercati sardi». Anche Puglia (elevata) e Sicilia hanno una produzione di spinoso che deriva da quello sardo, ma vertono su altri mercati. Prima della Primavera araba arrivavano anche dall’Egitto. Il nord Italia di fatto si affida alla produzione sarda. (a.p.)

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