La Nuova Sardegna

I giovani l’accolgono con entusiasmo: «Tu sei uno di noi»

di Antonio Meloni
I giovani l’accolgono con entusiasmo: «Tu sei uno di noi»

I ragazzi elogiano la scelta della nuova guida della Chiesa Il monsignore per prima cosa ha voluto incontrare loro

02 ottobre 2017
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SASSARI. «Uno di noi, Gian Franco è uno di noi…». La risposta della piazza al saluto del nuovo arcivescovo nel primo incontro con la città è un coro da stadio e non poteva essere altrimenti visto che a intonarlo è un folto gruppo di giovani con quello stile scanzonato che contraddistingue la loro condizione. Proprio il riferimento a loro e alla loro situazione difficile in un momento storico delicato ha fatto da filo conduttore al suo discorso rivolto quasi interamente ai quei rappresentanti del mondo giovanile che per primi monsignor Gian Franco Saba ha voluto incontrare arrivando a Sassari. Un discorso particolarmente apprezzato specie in riferimento a quello spazio dedicato ai giovani che monsignor Saba ha detto di voler realizzare nella diocesi per poter avviare un dialogo costante e confrontarsi spesso con loro soprattutto nelle occasioni importanti. Le reazioni dei ragazzi che, numerosi, erano in piazza d’Italia, ieri pomeriggio, non si sono fatte attendere. Francesca Fancellu arriva da Ittiri e ha seguito il primo discorso del nuovo arcivescovo con grande entusiasmo: «Il progetto della casa dei giovani è bellissimo – dice – credo sia straordinaria l’idea di avere uno spazio per poter dialogare direttamente con il proprio vescovo». A una manciata di metri Maddalena Passerò è sulla stessa lunghezza d’onda: «Un obiettivo irrinunciabile quello del dialogo con i giovani che rappresentano il futuro, bisogna ridare loro quella fiducia che sembra abbiano perso». Dalla gradinata di fronte al Palazzo della Provincia, monsignor Saba ha esordito con un «Buonasera» che a molti ha ricordato il saluto di Papa Francesco, qualche anno fa, ai fedeli assiepati in piazza San Pietro. Quella spontaneità, mescolata al suo stile immediato, hanno già fatto breccia nel cuore dei giovani sassaresi. Gavina Muggiolu assiste all’incontro con un gruppo di amiche: «La proposta di monsignor Saba di creare uno spazio di dialogo e incontro ci è piaciuta molto, credo che presto andremo a bussare alla sua porta». Quanto i giovani abbiano bisogno di una guida spirituale è indubbio: «È giusto che parta da loro – spiega Maria – è bello che il nuovo vescovo il giorno dell’arrivo nella sua diocesi avanzi una proposta di questo spessore». Pochi minuti più tardi cambia lo scenario, ora le gente è accalcata a ridosso delle transenne sistemate attorno al Duomo. Monsignor Saba, a piedi, in mezzo alla gente, è appena entrato nella chiesa di San Giacomo, arrivato direttamente da piazza d’Italia passando per piazza Santa Caterina. Accompagnato dal parroco della cattedrale, don Dino Pittalis, seguito dal Capitolo turritano, farà presto ingresso in Duomo accolto da padre Paolo Atezi che si prepara a “passargli le consegne”. Antonella Pinna è un’insegnate di religione, assiste alla cerimonia in piazza Duomo: «Ripartire dai giovani è essenziale e la creazione di uno spazio anche fisico è indispensabile, i ragazzi con il vescovo devono potersi sentire a casa loro, in questa città spazi ce ne sono tanti, ma poca è la capacità di ascolto, chi ha conosciuto monsignor Saba lo descrive come una persona straordinariamente aperta al dialogo e al confronto con i giovani e con gli ultimi». Le questioni aperte sono diverse, a cominciare dalla situazione economica: «Non so quanto l’arcivescovo possa intervenire sulle questioni legate alla crisi – dice Bruno Oggiano – ma le speranze della gente sono quelle, ci auguriamo che il suo arrivo contribuisca a migliorare la situazione anche in quel senso». Di apertura al dialogo parla anche Francesca Sanna che, in divisa da Scout, sale i gradini della Cattedrale: «I giovani hanno bisogno di essere considerati e coinvolti – dice il capogruppo di Sassari 2 – da monsignor Saba ci aspettiamo apertura al dialogo, pronti a collaborare con lui a tutto campo, si tratta di riallacciare un discorso già avviato con padre Paolo considerando che la realtà, soprattutto quella giovanile, è in continuo e costante cambiamento».

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